martedì 10 luglio 2007

Piazza Kennedy e gli insegnamenti di Carlo Fermariello


Agorà 10 luglio 2007

Gentile Direttore,
Le chiedo ancora una volta ospitalità, per potermi confrontare con il Capogruppo di F.I Antonio Di Martino, in merito alla sua lettera del 3 luglio scorso. Sono da sempre convinto che un corretto confronto di idee può agevolare il dibattito democratico, e non le nego che mi piacerebbe poter interloquire sulle grandi scelte. Un leader come Carlo Fermariello, ci ha insegnato a pensare in grande, a metterci in discussione e a tentare di costruire una società migliore attraverso la politica senza mai denigrare nessuno. Viviamo tutti in tempi storici ricchi di novità e d’incertezze, potenzialità e inquietudini, opportunità e disagi. C’è bisogno del concorso di tutti nel discernere la via migliore per procedere.
E’ facile dire di no; è più scomodo e impegnativo motivare al sì, far crescere, coinvolgere.
Occorre avere il coraggio delle scelte e anche dell’impopolarità, quand’è necessaria.
E dico sì alle sensibilità che possono arricchire a tutti i livelli.
Dico no al modo vecchio di concepire la politica. Le idee, come disse qualcuno, camminano sulle gambe degli uomini. Facciamo il passo secondo la gamba. Ad ognuno il suo, ma sempre per raggiungere lealmente il bene della nostra comunità.
Il fallimento dell’avversario politico sulle grandi questioni d’indirizzo è anche il proprio insuccesso. Troppo spesso per interessi di cortile o per il timore che venga meno la propria identità, si può perdere tutti.
E’ un richiamo il mio, e al tempo stesso una disponibilità, al rigore nella ricerca dell’interesse generale, che deve tendere a trovare soluzioni concrete dei grandi problemi, per migliorare la qualità complessiva della vita della nostra Città. La collaborazione e il confronto costruttivo, costantemente mantenuti, sono sempre un valore. Dobbiamo lavorare sui problemi concreti e locali dello sviluppo del territorio. Penso alla realizzazione del Polo Sportivo e del tempo libero, al sistema della mobilità, alla riqualificazione del Palazzetto dello sport, al parcheggio in località Montechiaro, tutte cose inserite nella programmazione triennale delle opere pubbliche. La cronica scarsità di fondi e la mancanza di capacità ideativa della "macchina pubblica" ha indotto il Legislatore ad introdurre un sistema indiretto di realizzazione dei lavori pubblici caratterizzato dalla ricerca all'esterno tanto delle risorse progettuali che di quelle finanziarie, i cosiddetti Project financing. Comprendo però che non è qui il luogo istituzionale per queste discussioni. A ogni organismo, il proprio ruolo.
In conclusione, queste sono le sfide che ci attendono e su cui mi sento, se n’avrò la possibilità, impegnato nel nascente Partito Democratico. La grande forza della Politica è sì risolvere i problemi ma anche, e soprattutto, saperlo fare sulla base di un ideale per il quale vale la pena di spendere la propria esistenza. Questo ci ha insegnato la storia dei grandi partiti popolari del Novecento, questa è la sfida per il Partito democratico. Il mio augurio è quello di avere, anche a Vico Equense, una guida rinnovata e meno vetusta, soltanto così avremo uno stimolo verso quel cambiamento che abbiamo sollecitato con analisi e proposte che vedo con soddisfazione essere condivise e riprese da chi governa la Città.
Come ci ha ricordato Veltroni “la politica è un viaggio collettivo facciamolo in allegria”, e senza risse.
Grazie e speriamo in meglio per il futuro.
Buon lavoro.
Giuseppe d’Esposito

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