venerdì 3 ottobre 2008

I vertici Pdl nel registro degli indagati

Esplode il caso Pdl. Tre coordinatori di partito, indagati o imputati. Tutti con un unico denominatore: le ombre che dalle inchieste del pool antimafia si allungano fino a loro.
Intanto l´inchiesta "Spartacus 3" getta squarci inquietanti anche su presunti legami tra camorra e personaggi del Pd, dal consigliere regionale Nicola Caputo (che ha già respinto qualunque contatto) ai familiari dell´avvocato Mario Natale, arrestato l´altra notte come intestatario di molti beni riconducibili alla cosca. Il nipote, Massimiliano Natale, si è dimesso ieri dalla carica di assessore alla Polizia municipale di Santa Maria Capua Vetere. Risulta ormai iscritto nel registro degli indagati il sottosegretario all´Economia, nonché responsabile di Forza Italia in Campania, Nicola Cosentino. Sulla scorta di alcune dichiarazioni del pentito dei casalesi, Gaetano Vassallo, per Cosentino si formulano le ipotesi di reato di concussione e di corruzione aggravata dall´articolo 7, quello che si riferisce al presunto favoreggiamento di personaggi legati alla criminalità organizzata. È iscritto nel registro degli indagati anche il coordinatore cittadino di Fi, Luigi Cesaro: come Cosentino, viene anch´egli tirato in ballo dalle dichiarazioni di Vassallo. Mentre Mario Landolfi, il coordinatore regionale di An, già ministro delle Comunicazioni, è chiamato a comparire come imputato dinanzi al giudice per l´udienza preliminare Enrico Campoli, nello stesso procedimento che ha coinvolto i fratelli Orsi, Sergio e Michele (quest´ultimo ucciso nell´agguato di stampo mafioso avvenuto il 2 giugno a Casal di Principe). Per Landolfi si ipotizza il reato di concorso in corruzione e truffa, aggravati dal favoreggiamento camorristico: una vicenda che riguarda la gestione del consorzio Eco4, che curava lo smaltimento dei rifiuti in parte dell´agro aversano e lungo il litorale casertano. Il gup Enrico Campoli ha fissato la prossima udienza per il 24 ottobre. Ma tutti e tre gli esponenti politici di spicco si sono più volte dichiarati estranei alle vicende, «confidando in una veloce e serena verifica» da parte della magistratura. I pm antimafia vanno avanti, il premier Berlusconi blinda i suoi rappresentanti, opponendo alle ipotesi dei magistrati la sua riflessione: «Gli interessati mi dicono che sono estranei alle vicende. Queste accuse non hanno a che fare con la realtà, ma con la sfera politica». Un commento analogo lo affida il ministro Roberto Maroni: «Se uno è condannato in via definitiva deve andare in galera, ma prima c´è il principio costituzionale della presunzione d´innocenza. Chi indaga vada fino in fondo e rapidamente». Solo 48 ore fa, a margine della difesa d´ufficio del premier a Napoli, il sottosegretario Cosentino aveva ribadito con forza: «Continuo a essere vittima di una vergognosa campagna mediatica, che tende ad avvalorare episodi privi di alcun oggettivo fondamento. A scanso di ulteriori equivoci ribadisco di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. La mia storia personale e politica è stata sempre rispettosa delle istituzioni e dello Stato. Se c´era un fronte con il quale schierarsi è sempre stato quello della legalità». (co. sa. da la Repubblica Napoli)

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