lunedì 13 ottobre 2008

Mastella: «In Campania il Partito democratico è il Pds senza la esse»

«De Luca candidato governatore? Con tutto il rispetto, perché proprio lui? Solo perché è il sindaco-sceriffo di Salerno? A me i sindaci sceriffi non piacciono. Comunque, discutiamone».
Motivato, ccaustico, ma anche un pochino emozionato. Ieri sera Clemente Mastella, nove mesi dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta sul suo partito, è tornato per la prima volta in pubblico a Benevento, all'istituto alberghiero Le Streghe, rispondendo alle domande a trecentosessanta gradi rivoltegli dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco di fronte a un'affollata platea composta da molti giovani, chiamati a raccolta dall'associazione «Io per Benevento», e da numerosi esponenti della politica sannita, tra questi lo stesso sindaco del capoluogo Fausto Pepe, il vicepresidente della Provincia Pompilio Forgione, l'ex parlamentare dc Giovanni Zarro, naturalmente la moglie Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale in carica. Al centro delle riflessioni del leader del Campanile le prospettive politiche in Campania. Mastella ha ribadito di essere intenzionato a partire dal territorio. Una constatazione preliminare. «Attualmente nella nostra regione — ha affermato — il centrosionistra è morto visto che non si riescono a riunire i segretari regionali ». Quanto al principale partito della coalizione l'ex Guardasigilli ha ironizzato: «In Campania il Pd è il Pds senza la esse, tutto sbilanciato a sinistra ». Per il numero uno del Campanile gli scenari futuri sono tutti da costrutire e per nulla scontati. «Bisognerà capire — ha sottolineato — cosa farà l'Udc». E così ha preferito glissare anche su altri possibili candidati alla successione di Bassolino. «Cascetta? Conoscevo suo padre (che fu presidente dc della Regione, ndr). Nicolais? Sono stato ministro con lui. Ma ora preferisco non parlare di nomi, ma soprattutto della coalizione». Mastella ha anche ribadito di non aver avuto contatti con Berlusconi prima della caduta del governo Prodi. E, a questo proposito, ha rivelato un particolare. «Per evitare che a qualche giornale potesse arrivare la notizia di un accordo, quando un anno fa Berlusconi venne alla festa di Telese, evitai di incontrarlo a a quattr'occhi. Parlammo solo alla presenza di altre persone che, eventualmente, avrebbero potuto riferire sui contenuti della nostra conversazione». (G. C. da il Corriere del Mezzogiorno)

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