lunedì 27 ottobre 2008

Petrella e i verbali al veleno

Scrive di suo pugno una lettera ai giornali, dopo aver letto lo stralcio dell’interrogatorio reso in Procura, nel corso dell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti che vede indagato il governatore della Campania Antonio Bassolino. L’oncologo Pino Petrella, ex deputato dei Ds, scrive poche righe sulla pubblicazione di parte dell’inchiesta condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, uno stralcio del filone principale delle indagini a carico del commissariato antirifiuti in Campania. «Ritengo che con la pubblicazione su alcuni quotidiani di alcuni passaggi del mio interrogatorio reso a Roma il 6 ottobre del 2008 ai pm della Procura di Napoli, titolari della inchiesta, essendo stato convocato in quanto persona informata sui fatti e non indagata, si sia compiuta una gravissima violazione dei miei diritti da cittadino. In quella sede ho risposto secondo verità a tutte le domande rispettando un obbligo previsto dalla legge e da essa sanzionato. Per ciò che attiene ”il mio stile” (secondo alcuni giornali), un interrogatorio non può essere momento rivelatore della stesso. Non si trattava di un tea-time tra amici». L’ex deputato è destinatario di un decreto di perquisizione come soggetto terzo, non da indagato quindi. La Procura ha sequestrato computer e documenti anche nella sua villa di Cortona, in Toscana, nel tentativo di raccogliere elementi di possibili coperture a favore del governatore di potenziali profitti illeciti del traffico di rifiuti contestato a Bassolino. Due giorni fa, il Riesame ha rigettato la richiesta di dissequestro di computer e atti cartacei, tra cui una copia dell’assegno di 81 milioni di lire staccato nel 2001 da Bassolino a favore di Petrella: soldi che sarebbero serviti ad acquistare il casolare di Cortona, un affare dal qualche Bassolino si sarebbe ritirato nel corso dei lavori di ristrutturazione. (Il Mattino)

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