sabato 28 febbraio 2009

Perché mi sono dimesso

“No alla vecchia politica fatta di trappole, doppi giochi e intese trasversali attuati sottobanco e a spese della Città e dei suoi cittadini”

Vico Equense - Si capiscono le reali motivazioni che hanno indotto Gennaro Cinque ad “abbandonare” per la seconda volta la Giunta. Contrasti all’interno dell’esecutivo su argomenti relativi l’amministrazione del territorio trovano, stamani, una conferma nelle parole del Sindaco dimissionario. “Sono in carica da due anni e mezzo – dice a Metropolis – ed in questo periodo ho cercato di lavorare nell’interesse della Città e dei cittadini in modo concreto, con l’obbiettivo di far prevalere i fatti e le azioni alle parole ed ai proclami. Il nostro comune è un cantiere a cielo aperto che nell’immediato può creare qualche disagio, ma in futuro porterà benefici duraturi allo sviluppo della Città. Da ultimo mi sono assunto la responsabilità della chiusura della galleria di Seiano con l’obbiettivo di migliorare il traffico e la viabilità nel nostro territorio. Ho cercato di fare anche altro: l’apertura della casa di riposo, la realizzazione di ulteriori infrastrutture e il risanamento della situazione economica attraverso la vendita del patrimonio comunale che non rende e rappresenta un costo per le casse comunali. In questi casi, purtroppo, non mi è stato possibile agire per la resistenza costante di piccoli interessi che hanno trovato sponda anche all’interno della mia compagine” “Non posso accettare – continua Cinque – l’ostruzionismo interno, capzioso e strumentale, che è cosa ben diversa dalla sana dialettica politica e dal confronto anche critico ma corretto. Perché coloro che hanno scelto questa strada lo hanno fatto fuori dalle sedi istituzionali: giunta e consiglio comunale ed hanno, invece, puntato all’immobilismo di sempre e che da sempre è il vero male che affligge il nostro comune, utilizzando l’assenza come strumento di lotta politica. Non posso accettare una compagine amministrativa composta da elementi che quando si deve decidere non si presentano oppure pretendono di parlar d’altro. Se non avessi detto basta al perdurare di questo andazzo ne sarei diventato complice. Ed è a questo stato di cose che ho detto no e per questo mi sono dimesso. Ho detto no al tentativo di bloccare il processo di rinnovamento e di realizzazioni in corso. No alla vecchia politica fatta di trappole, doppi giochi e intese trasversali attuati sottobanco e a spese della Città e dei suoi cittadini. Sono convinto di aver fatto la scelta giusta - conclude Cinque - e con serenità e determinazione intendo andare avanti lungo la strada intrapresa, consapevole che il progetto che mi ha portato a ricoprire la carica di sindaco è ancora condiviso e che quel progetto non debba essere fermato”. Gennaro Cinque è stato eletto nel 2006 al ballottaggio con il 63,7% in opposizione alla sfidante di centrosinistra Marianna De Martino che si fermò al 36,3% dei consensi. La coalizione di centro destra che lo sostiene, orfana di Alleanza Nazionale, è composta da Forza Italia 6 consiglieri comunali, UDC 3, Colline Vicane 2 e Democrazia cristiana per le autonomie 1. La stessa Giunta è estrinsecazione dei partiti. Dunque, a questo punto non sono molte le possibilità. Non si può votare a Giugno 2009, quindi se Cinque decidesse di non ritirare le dimissioni si aprirebbe un commissariamento lunghissimo per la Città, che si risolverebbe nella primavera del 2010. L’unica via perseguibile, in questi 20 giorni, è quella politica, l’azzeramento di parte dell'amministrazione, magari con novità sulle deleghe, questo implica una verifica tra i partiti della maggioranza, che in breve tempo devono trovare la quadratura del cerchio per proseguire la consiliatura.

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