giovedì 26 marzo 2009

Il monologo di Saviano in tv

"Non sono solo in questa battaglia"

Un monologo quasi teatrale, una rassegna stampa del Corriere di Caserta che chiama "infame" il pentito in un titolo, che elegge a eroi i boss locali, amici dei politici. Le foto dei ragazzini ammazzati, quelli degli innocenti coperti da un lenzuolo, il sorriso di un carabiniere ventenne trucidato per vendetta. Il titolo diffamante: "Don Diana a letto con due donne". Don Diana, il prete dell'impegno ucciso quindici anni fa. "Che tipo di paese se permette tutto questo?". "Il silenzio è colpevole anche perché non lascia capire". E' stata la serata di Roberto Saviano, ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa". "Si pensa che l'essere minacciato sia una corona data dalla camorra per un merito ma non è un merito. Non è un merito, cercano di colpire me perchè con altri non riescono". Lo scrittore ha parlato anche delle minacce della camorra. "Non immaginavo che sarebbe andata così - ha detto -. Pensavo che sarebbe durata poco, sono tre anni ed è pesantissimo". E nel ringraziare "tutte le persone che mi scrivono, nel ringraziare tutti per quello che è stato fatto per me", cita le parole di Kennedy quando diceva "perdonare sempre dimenticare mai". "Io - ha detto Saviano - non dimenticherò mai quello che di bene mi è stato fatto". Ha ringraziato i paesi che lo hanno ospitato, "la Spagna, Parigi, Israele ma non ringrazio chi mi ha rifiutato la casa, gli amici che hanno liquidato la mia causa come se me la fossi cercata". "Mi dà fastidio l'accusa di essermi arricchito. Sono i lettori che mi danno la possibilità di vivere e pagare gli avvocati". E ha citato una frase di Biagi: "Sei arrivato davvero quando fanno un falso del tuo libro e ti accusano di plagio' e io ce li ho tutti e due". "Questa battaglia non è la mia battaglia ma la battaglia di molti e va anche bene se per una volta succede il miracolo che grandi interessi economici si fondano con l'interesse del paese, che grandi editori di libri, televisivi, si uniscano per combattere la camorra". (Repubblica.it)

Non sei solo in questa battaglia
Le denunce di uno scrittore straordinario come
Roberto Saviano sono necessarie per sconfiggere la camorra, che non si vince nel silenzio e nella rimozione. Da tempo non si parla più di camorra, eppure a pochi chilometri da noi si ammazza. La politica non affronta l’argomento. "Nell'ultima campagna elettorale - ha sottolineato Saviano - da qualsiasi parte non si è parlato di mafia perchè c'era l'impressione che la gran parte della gente non fosse interessata. La politica è molto complicata - ha aggiunto Saviano - e la cosa più grave che può fare è far scendere il silenzio su queste vicende così come la cosa più grave che possano fare gli elettori è il silenzio su queste storie". Di fronte ad episodi del genere bisogna reagire con forza e bisogna chiedere una maggiore presenza dello Stato e un più forte impegno delle istituzioni. Ma bisogna anche allontanare tutti quelli che indossano "l'abito buono", frequentano le assemblee politiche, la vita culturale, insomma cercano di darsi una dignità all’esterno, per poi darsela a gambe quando la posta in gioco diventa alta. Malgrado ciò queste persone vivono di fianco a noi, e Saviano bisogna difenderlo non solo dalla camorra, ma anche da loro.

Nessun commento: