venerdì 26 giugno 2009

Scala interviene su Sudd

Regione Campania - Dopo l’idea lanciata dal presidente della Regione Campania Antonio Bassolino di mettere su una fondazione che abbia come ragion d’essere il Sud, si è aperto sulle pagine dei giornali e nelle anime dei maggiori partiti un dibattito sulla bontà o meno di questo progetto. “In molti si sono chiesti – spiega Tonino Scala consigliere regionale - e si stanno chiedendo in queste ore a cosa possa servire una fondazione per il Sud, che tanto somiglia all’ennesima componente per riaffermare la supremazia in un partito allo sfascio. In molti hanno applaudito all’idea, questa sì ottima, di creare una rete dei presidenti delle regioni meridionali per far fronte comune alle derive leghiste del governo nazionale. Ma una cosa vuol dire creare una rete istituzionale tra presidenti delle regioni, un’altra vuol dire invece creare una fondazione che nelle battute iniziali pone al centro la questione meridionale e che invece poi sarebbe pronta a trasformarsi in un movimento politico da presentarsi ai prossimi appuntamenti elettorali. Sono sempre stato un convinto sostenitore dell’importanza di porre al centro del nostro dibattito politico una rinnovata questione meridionale. Un tema a me molto caro, tant’è che nei prossimi mesi, pubblicherò un mio testo su questo argomento. Con il trascorrere dei tempi, lo spostarsi dell’attenzione politica sui territori del nord, il consegnare l’agenda politica ai temi del federalismo il meridione e la questione meridionale sono diventate discussioni per nostalgici. E’ solo ora, infatti, ci si accorge di quanto invece il problema sia esploso in tutta la sua irruenza. A mio avviso non ci sono ricette utili ma semplicemente occorre aprire spazi e creare opportunità. Riflettere sul futuro della sinistra italiana e meridionale significa innanzitutto fare i conti con la crisi di senso che attraversa i partiti, le organizzazioni di massa, le associazioni e i movimenti. Per la cultura che mi caratterizza sono convinto che il Sud vada visto secondo la giusta angolazione, vale a dire se il Mediterraneo lo si vuole guardare da Posillipo o da Scampia, se al centro debba esserci soltanto un dibattito culturale o se si vogliono affrontare realmente le questioni, incominciando a guardare, però il Mediterraneo da Scampia, da Ballarò, dalla zona Tamburi,dallo Zen. Nel Sud dei diritti negati, nel Sud delle precarizzazioni, nel Sud dove il governo nazionale taglia i fondi Fas, nel Sud dove si provano a cancellare aiuti e diritti consolidati è necessario, ora più che mai, un patto tra chi il Mediterraneo vuole vederlo dai quartieri su citati, in altre parole attraverso gli occhi di chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese, di chi aspetta settimane su settimane per ottenere una visita medica, di chi è chiamato a fare i conti con la mancanza di un lavoro vero. Va bene dunque aprire una discussione vera sulla questione meridionale e aprire un ragionamento a partire dal futuro della nostra regione. Dove, preso atto della non autosufficienza del Partito Democratico, prioritario diventa il tema delle alleanze da costruire. Alleanze larghe che guardino al centro e alla sinistra del Partito Democratico. Serve, infatti, il contributo di tutte le forze. Bisogna capitalizzare le cose positive, di un percorso fatto di luci ed ombre. Un programma chiaro – conclude Scala - e soprattutto una guida certa e non trovata dall’ oggi al domani. Bisogna costruire una nuova classe dirigente serve, perciò, il contributo da parte di tutti. Arriviamo, dunque, in tempi brevi ad un appuntamento che veda il coinvolgimento delle tante anime del centro sinistra per ridare una speranza a questa regione e a questo meridione.”

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