mercoledì 24 giugno 2009

Uccisa da un palo: «Colpa del Comune»

Era il 22 dicembre del 2006 quando Fabiola Di Capua morì colpita da un palo della luce mentre percorreva via Caracciolo sul suo motorino. Per questa morte tanto tragica quanto assurda sono sotto processo un tecnico del Comune di Napoli, Vincenzo Salzano, e due tecnici dell’Ati Acea, Pietro Sanfilippo e Ciro Scognamiglio. Ieri mattina si è svolta la prima udienza dibattimentale dinnanzi all’undicesima collegio C. L’avvocato della parte civile, Francesco Cappiello, ha chiesto di citare il Comune di Napoli quale responsabile civile della tragica morte. In aula ieri c’erano il marito della donna, la figlia e i genitori. I familiari si sono costituiti parte civile, assistiti oltre che dall’avvocato Cappiello anche da Stanislao Taglialatela. Le accuse sono di crollo colposo, omicidio colposo e omissioni in atti d’ufficio. Il pm che ha seguito l’indagine sin dalle prime battute è stata Stefania Buda ed è stata lei a sostenere l’accusa all’udienza preliminare dinanzi al gup Caputo che dopo aver ascoltato gli avvocati difensori Gennaro Lepre, Caludio Botti e Ciro Pellegrino ha emesso il decreto di rinvio a giudizio il 22 giugno all’undicesima collegio C. Fabiola Di Capua fu schiacciata da un palo della luce sul lungomare di via Caracciolo mentre con il suo motorino stava raggiungendo il centro per gli acquisti di Natale. Aveva 37 anni (era nata il primo maggio del 1969), mamma di una bimba di nove mesi. Successe il 22 dicembre del 2006 all’altezza della Rotonda Diaz. Uno dei vecchi pali della luce fu piegato dal vento e dalla ruggine. Prima investì una Fiat Punto rossa parcheggiata poi travolse la donna che stava percorrendo la strada. Sull’asfalto una striscia di sangue e sul ciglio della strada il corpo immobile e straziato della vittima, in jeans e giacca blu. A pochi metri di distanza il casco rosso che non era riuscito a proteggerla e il bauletto dello scooter “Kimko People 125”. I primi ad accorgersi della tragedia furono dipendenti comunali, due giardinieri di Palazzo San Giacomo che stavano viaggiando su un furgoncino del Comune di Napoli. La strada fu subito bloccata. Fabiola era una sportiva, faceva parte della Scuola napoletana di equitazione (era istruttrice di secondo livello) ed insegnava ad Agnano da 15 anni ai bambini tra i 5 e i 12 anni. (sm il Giornale di Napoli)

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