giovedì 26 novembre 2009

Camorra, avviso di garanzia per Porfidia deputato Idv

Russo e Misto (Idv) passano con Rutelli

Regione Campania - I pm Maresca e Cimmino della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno iscritto nel registro degli indagati Americo Porfidia (foto), ex sindaco di Recale in provincia di Caserta e deputato di Italia dei Valori. Il politico nel 2004 era socio con la moglie della clinica “Villa del Sole”, quando le sorti della casa di cura erano oggetto di scontro nell'allora consiglio d'amministrazione. Secondo il pool antimafia della Procura partenopea, Porfidia pur di escludere dagli assetti societari i suoi rivali in affari, Pietro Riello e Giuseppe Macaluso, si sarebbe rivolto alla camorra. In particolare, secondo l'impianto accusatorio, chiese un intervento ad Antimo Perreca e a Gaetano Piccolo: il primo capozona del paese, il secondo esponente del clan Belforte di Marcianise. In realtà l'intento del politico non venne esaudito. Ma l'SOS lanciato alla mala del casertano gli è costata l'iscrizione nel registro degli indagati. Dai pm anche la notifica della chiusura delle indagini. Con Porfidia, parlamentare di Idv risultano coinvolti anche Antonio Papa e Vincenzo Tardi, della camorra di Maddaloni, Gaetano Tartaglione attualmente capogruppo dei socialisti nel consiglio comunale di Marcianise che avrebbe fatto da tramite tra il politico e l'esponente del clan Belforte. L'indagine su Americo Porfidia nasce come un altro filone dell'inchiesta madre Global Service che travolse invece la politica napoletana. E non solo. Come anticipato dal VELINO il 6 novembre scorso, la gara in Italia dei Valori a chi è più giustizialista e legalitario tra il leader Antonio Di Pietro e l’europarlamentare Luigi De Magistris ha prodotto un compromesso politico. Primo frutto, come prevedibile, è stato l'isolamento di alcune personalità interne al partito in Campania, che ora lasciano e passano con l'Alleanza per l'Italia fondata da Francesco Rutelli. Si tratta del senatore Giacinto Russo e del consigliere regionale Giuseppe Maisto, entrambi con trascorsi nell'Udeur. Tutta la querelle è nata dopo l’inchiesta giudiziaria sulle assunzioni all'Arpac: Di Pietro non vedeva di buon occhio i consiglieri Stefano Buono e Maisto che figuravano tra i “raccomandatori", da qui l'isolamento e la rottura definitiva tradottasi con un cambio di casacca. Dopo Russo e Maisto, si rincorrono voci di palazzo su altri addii all'Italia dei Valori. Buono, eletto con i Verdi, vorrebbe ricandidarsi al Consiglio regionale, ma l'ala guidata da De Magistris - più forte ancora dopo l'accordo con Di Pietro - gli sta sbarrando la strada. (Velino/Il Velino Campania)

Nessun commento: