lunedì 28 dicembre 2009

Chiude per debiti la sezione ex Pci di Napolitano e Fermariello

Ad avvisare gli oltre 250 iscritti ci ha pensato Ernesto Nocera, uno dei componenti del coordinamento del circolo Pd di San Ferdinando, ma la voce dell’imminente chiusura della storica sezione di Chiaia circolava già da tempo. L’ultima riunione, almeno nell’appartamento di salita Sant’Anna di Palazzo caro al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che tra queste mura ha vissuto buona parte della sua storia politica, si terrà stasera alle 18 e con ogni probabilità servirà solo a rendere ufficiale l’ufficioso. Dopo quasi mezzo secolo di battaglie elettorali, attività sociali e iniziative di ogni genere, i costi ormai proibitivi per il ristretto numero di sostenitori e il venir meno del sostegno economico degli eletti hanno infatti costretto i responsabili della sede ad alzare bandiera bianca. Entro fine mese, pertanto, saranno liberati i cento metri quadrati in cui si sono avvicendati negli anni anche tanti altri nomi noti della sinistra partenopea e nazionale come Antonio Bassolino, Carlo Fermariello, il primo sindaco comunista di Napoli Maurizio Valenzi, Mariano D’Antonio, Umberto Siola, Biagio De Giovanni, Abdon Alinovi, Eugenio Mazzarella, Umberto Ranieri. A documentare mezzo secolo di storia della città restano oggi i numerosi cimeli della sezione, in passato arrivata a contare oltre tremila iscritti, che nei prossimi giorni saranno messi all’asta per ottemperare alle numerose spese ancora da sostenere. Pezzi unici come il cinquantennale gonfalone dei dipendenti del Comune di Napoli iscritti alla Cgil o persino più storici, come il gagliardetto dei portuali del partito socialista che risale invece a subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. E, ancora, i manifesti elettorali degli anni Settanta richiesti tempo fa dal teatro Parenti di Milano per Dario Fo, le prime pagine dei quotidiani degli anni Quaranta, serigrafie di Karl Marx e una chicca per i fedelissimi: un quadro a grandezza d’uomo raffigurante i membri dell’allora sezione centro Lenin, da Rosalba Cerqua a Francesco Marino, da Enzo Serio a Bruno Milo passando per Antonello Leone e tanti altri. L’asta rappresenterà l’ultimo atto di una rappresentazione iniziata parecchio tempo fa, fatta di lettere e appelli partiti alla volta tanto del presidente Napolitano, l’unico ad aver risposto, quanto del coordinatore Enzo Amendola, che nulla hanno potuto però fare per evitare l’inevitabile. Il sipario, ad ogni modo, calerà solo momentaneamente visto che quanto prima inizierà la ricerca di una nuova sede. «Non possiamo permettere che la politica perda il contatto con il territorio», spiega Nocera nella stessa mail in cui invita gli iscritti, nell’attesa, a comunicare con il coordinamento tramite l’e-mail pdnapolicentro@gmail.com o attraverso la pagina facebook Pd San Ferdinando Napoli. (Cristina Cennamo il Mattino)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bhe un pò come a Vico Equense.
Si perse una sezione storica perchè quelli che non erano contenti della linea politica non contribuivano alle spese e queste gravavano sempre su gli stessi.

Anonimo ha detto...

E' vero. Che vergogna.
Tra l'altro mi pare che quelli stessi ancora oggi, pur avendo incarichi istutionali e guadagnando migliaia di euro al mese, non sgancino un soldo...
Oggettivamente fanno pietà.

Anonimo ha detto...

I consiglieri una volta versavano sempre il giusto obolo al partito!
Vergogna!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ma perche' il PD di Vico Equense tiene dei consiglieri???

Anonimo ha detto...

Sì, il PD di Vico Equense tiene 3 consiglieri che vanno ai coordinamenti, si firmano come PD e votano PD alle elezioni.
Ma vigliaccamente non cacciano una lira per il partito.
Insomma: fanno pena.