martedì 29 dicembre 2009

Marina Aequa messa per le vittime

Sant'Agnello - Sono trascorsi ventotto anni, ma il dolore e l’angoscia dei parenti per una tragedia per cui non si potrà mai scrivere la parola fine si rinnovano giorno dopo giorno. Quei trenta marinai inghiottiti dal mare in tempesta non hanno mai avuto una degna sepoltura, i familiari non hanno una tomba dove poter deporre un fiore. La tragica scomparsa dell’equipaggio della «Marina d'Aequa» verrà ricordata questa sera alle ore 19 nel Santuario di San Giuseppe, a Sant'Agnello, in occasione dell’anniversario dell’affondamento della nave nel golfo di Guascogna. Una messa in suffragio delle vittime verrà celebrata dal parroco di Sant’Agnello, don Natale Pane. Alla cerimonia, con un rituale che si rinnova ormai dal 1996 per iniziativa della Venerabile Confraternita del Sacro Cuore di Maria e San Giuseppe, interverranno i familiari dei marinai scomparsi, una delegazione della Capitaneria di porto, rappresentanze della Casina dei Capitani di Meta e dell’Associazione capitani marittimi, autorità dei Comuni della penisola sorrentina e dei centri di provenienza dei 30 membri dell’equipaggio. Al termine della messa sarà deposta una corona di alloro al monumento adiacente il Santuario di San Giuseppe che ricorda i periti nel naufragio, realizzato per iniziativa di don Angelo Castellano, parroco di Marina Grande a Sorrento, durante la sua permanenza alla guida spirituale dello stesso Santuario. La Marina d’Equa, 32mila tonnellate di stazza e 178 metri di lunghezza, di proprietà della compagnia Italmare, si inabissò nel golfo di Guascogna, a circa 175 miglia dalla costa spagnola di La Coruna, nel pomeriggio del 29 dicembre del 1981, trascinando in fondo al mare, in pochi secondi, il carico e i trenta marinai: undici di Meta, sette di Piano di Sorrento, uno di Sorrento e due di Massa Lubrense, insieme ai cinque di Torre del Greco, ai tre dell’isola di Procida ed all’unico cileno. Le ultime ore della tragedia sono state ricostruite nel 2006, in occasione del venticinquesimo anniversario del naufragio. Il comandante Fortunato Imperato della Casina dei Capitani di Meta, analizzando gli atti ufficiali internazionali e della Commissione ministeriale d’inchiesta, insediatasi il 12 gennaio 1982, che ha tenuto complessivamente 19 sedute plenarie e quella conclusiva del 31 Gennaio 1983, riporta nella sua cronistoria l’amara constatazione della stessa Commissione: «il naufragio della Marina di Equa e la conseguente perdita dell’equipaggio e del carico verificatosi il 29 dicembre 1981 siano da attribuirsi alle circostanze eccezionali e che, pertanto, il sinistro sia avvenuto esclusivamente per caso fortuito, senza dolo o colpa da parte di chicchessia». (a.s. il Mattino)

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