martedì 26 gennaio 2010

Monte Faito, il degrado del versante stabiese

Castellammare di Stabia - Discariche abusive e rischio idrogeologico, ovvero: monte Faito, versante stabiese. Panorama mozzafiato nelle giornate limpide a parte, la magia del luogo è pressoché svanita del tutto. La strada per il Faito è interrotta dalla frane, il rischio idrogeologico è ben visibile, tangibile in ogni sua parte. Ma se la vista si è in qualche modo abituata a vedere la strada franata a metà da uno dei fenomeni più pericolosi dei nostri tempi (la tragedia di Messina a qualcosa dovrebbe pur servire), non si può che restare ancora inorriditi dalle decine se non centinaia di discariche abusive presenti in quest'area. Dai "reali" boschi di Quisisana al Faito, insomma, è tutto un ricettacolo di televisori, frigoriferi, materiale edile di risulta, batterie di auto, carcasse di motorini. E poi amianto, tantissimo pericoloso ethernit, dentro e fuori le grosse buste nere per i rifiuti, semicoperte dal sottobosco ma ancora ben visibili. Partiamo dalla questione del rischio idrogeologico, la cui riflessione è imposta dai motorini, dalle auto e dai furgoni che percorrono la strada nonostante tutto. Più su, la zona è abitata. Più su, ci sono i castagneti e c'è chi raccoglie i suoi frutti da settembre sino ai primi giorni di novembre. Per anni, dunque, si è fatto a meno di occuparsi di una strada di cui non si può fare a meno, e non solo per il patrimonio naturalistico che rappresenta, ma per questioni di vivibilità e di commercio. Ad inerpicarsi sulla strada, ieri mattina, c'era proprio uno di questi proprietari, che non solo ha sottolineato il fatto che la zona è oggetto di continui sversamenti indiscriminati di rifiuti, ma ci ha spiegato anche che «quando arrivano a comprare le castagne i grossi furgoni sono costretti a restare giù e questo ci crea non pochi disagi». E il pericolo? La strada che rischia di cedere sotto il peso dei mezzi carichi? «Come se fosse un confine - ci spiegano - gli automezzi si fermano. Dalla zona delle frane sino ai castagneti sono circa un paio di chilometri che talvolta percorriamo a piedi avanti e indietro più volte con i sacchi pieni di castagne. A comprare le castagne stabiesi arrivano anche da Serino, dalla provincia di Avellino». A questo punto, bisogna fare un passo indietro. Bisogna dire che la zona è franata ormai da anni, e "ufficialmente" l'unica via per Faito è quella che parte da Vico Equense. E dire che una volta, per percorrerla, un casellante pretendeva addirittura un pedaggio. La strada del versante stabiese, invece, è stata oggetto di numerose denunce e reportage fotografici. Uno degli ultimi è stato quello effettuato dal Circolo della Libertà di Castellammare nel marzo scorso. Nel frattempo, il rischio idrogeologico ha continuato a farsi sentire: il cemento, i detriti e la mancata manutenzione che bloccano i rivoli non sono uno scherzo. A settembre, un primo segno di risveglio da parte delle istituzioni. Sulla strada franata che conduce al monte più alto del Parco Regionale dei Monti Lattari si recano i tecnici per delle rilevazioni. Il 3 dicembre scorso, poi, il Comune di Castellammare dà notizia che Il Genio Civile della Regione Campania ha stanziato 160.000 euro per la sistemazione e messa in sicurezza della frana caduta nel 2007 sulla strada di Castellammare per Faito. L'inizio dei lavori è previsto nei primi mesi del 2010. Ovvero, adesso. Dovremmo esserci quindi, ma bisogna incrociare per bene le dita. Magari qualche tecnico si accorgerà anche di quell'amianto che spunta dal fogliame e delle discariche che animano qua e là i lati dell'antica e spettacolare strada per Faito. (Francesco Ferrigno da StabiaChannel.it)

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' letteralmente uno schifo,c'è un degrado che riguarda comunque tutta la montagna perchè anche dal versante vicano,proprio poco sopra la casa del sindaco mi sono accorta ieri che addirittura hanno avuto il barbaro coraggio di depositare rifiuti ingombranti all'interno della vegetazione trasportandoli fin sù. Mi vergogno dello stato in cui versa la nostra amata montagna soprattutto quando qualche turista viene a farci visita.
Chi dovrebbe occuparsi di tutto ciò?
moianese ecologista disillusa