domenica 9 maggio 2010

55 giorni e 100 passi

Il 9 maggio l’Italia celebra il “Giorno della Memoria”, in ricordo di tutte le vittime del terrorismo, ai sensi della legge n. 56 del 4/5/2007, votata all’unanimità dal Parlamento. Con questa norma il legislatore ha fornito nuova linfa ed un significato complessivo a questo giorno, in cui ricorre anche il 32° anniversario dell’uccisione dell’on. Aldo Moro e di Peppino Impastato. Il 9 maggio del 1978, il corpo dello statista democristiano fu ritrovato nel baule posteriore di una Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani. Rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo dello stesso anno, scontò 55 giorni di prigionia, ma anche di intrighi e depistaggi. Le sue foto con dietro la stella a cinque punte, i titoli cubitali sulle prime pagine dei giornali, le lettere alla famiglia, il memoriale, il covo … 55 giorni di trattative tra lo stato e i brigatisti, 55 giorni con il fiato sospeso. La stessa notte, Peppino Impastato, giovane giornalista siciliano, che denunciò la collusione della pubblica amministrazione e della società con la mafia, veniva assassinato. La fondazione con gli amici del giornale "L'idea socialista", le lotte a Punta Raisi, le lotte di quartiere, l'adesione a Lotta continua, l'organizzazione degli edili, il Circolo Musica e Cultura e, infine, la sua creatura più riuscita: Radio Aut. Una radio libera, autofinanziata, che oltre a fare contro-informazione, si scaglia contro la mafia e contro la corruzione dei politici locali. L'ultimo grido di Peppino Impastato sarà una mostra fotografica sulla devastazione del territorio da parte di speculatori mafiosi o collusi con loro. E' questa l'ultima scintilla che fa saltare i nervi e anche il corpo di Peppino Impastato, sulla linea ferroviaria Palermo-Trapani. Gli inquirenti hanno avuto il coraggio di classificare l'omicidio prima come attentato terroristico e poi come suicidio "eclatante". Naturalmente il caso è stato chiuso e riaperto per ben tre volte fino al processo contro il boss di Cinisi Gaetano Badalamenti e del suo tirapiedi Vito Palazzolo, accusati di essere i mandanti dell'omicidio. A Cinisi, tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti c'erano esattamente 100 passi.

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