giovedì 13 maggio 2010

La rumorosa afasia del Pd

“Ci spiegheremo meglio”. Con queste tre parole, laconiche, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha controreplicato alla minoranza interna del partito che lo accusa, con il nuovo statuto, di voler depotenziare lo strumento delle primarie. Ecco, “ci spiegheremo meglio” potrebbe diventare per il Pd un motto, un mantra, un obiettivo programmatico, un fine concretissimo cui tendere. A breve, però. Perché l’impressione che dà il partito, e sia ben chiaro che non si parla solo del suo segretario, è quella di una rumorosa afasia, o di una babele di frasi in codice che va avanti da troppo tempo. Tranelli verbali interni, tanti; spiegazioni, zero. Spiegazioni su che cosa sia una nuova area che però non è una corrente. Spiegazioni su perché l’individuazione di un prossimo candidato premier non possa essere considerata all’ordine del giorno. Spiegazioni, e torniamo alle primarie, su che cosa significhi che “c’è il problema di non rovinarle come strumento” e come potrebbero diventare “un meccanismo di autosufficienza o di chiusura del Partito democratico”. Più in generale, spiegazioni su quale sia il progetto del Pd –il progetto per il Paese, non quello per il partito -, sul perché l’opposizione al governo sia stata su tante cose lasciata in mano a pezzi di maggioranza, su quale sia il Paese, il popolo cui il Pd vuole parlare. “Ci spiegheremo meglio”, promette Bersani. Ma quando? (FrontPage)

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