sabato 15 maggio 2010

Mariarca Terracciano: una tregedia sulla quale riflettere tutti

Si chiamava Mariarca Terracciano l’infermiera che stamattina ha perso la vita all’Ospedale San Paolo, dove prestava servizio. Mariarca lascia due figli piccoli. Mariarca è morta perché ha difeso fino alla fine il suo posto di lavoro che vedeva in pericolo dopo il blocco di pagamenti all’ASL Napoli 1. Non sono ammesse strumentalizzazioni di alcun tipo. Ma stamattina leggendo questa storia incredibile sono rimasto scosso. In un video pubblicato su You Tube e reso noto da Julie Italia, Mariarca raccontava: il mio può sembrare un atto folle, ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue rende evidenti le difficoltà nostre e degli altri ammalati. Pochi giorni dopo questo video Mariarca, dissanguata per la sua clamorosa protesta, è entrata in coma ed è morta in seguito a 3 giorni di agonia. Sembra assurdo che si possa morire così. Morire di protesta, per difendere i propri diritti. Di fronte a questo dramma, che evidentemente rappresenta solo la punta dell’iceberg di una crisi più profonda e di un malessere sociale più netto di quello che pensiamo, tutti noi abbiamo il dovere di riflettere severamente e se possibile, di agire. Mercoledì scorso c’è stato il primo consiglio regionale di questa nuova legislatura. Il Presidente eletto Paolo Romano è stato votato da una maggioranza larghissima ricevendo ben 56 voti. Bene abbiamo fatto come opposizione riformista e non pregiudiziale a sostenerlo. Ecco vorrei che si partisse da qui per affrontare da subito il dramma sociale, il disagio insopportabile che tante famiglie e tanti lavoratori stanno vivendo ormai da mesi. Pur nelle differenze che certamente emergeranno nel corso della consiliatura, maggioranza e opposizione regionale hanno il dovere di mettere un po’ di investimenti nelle sacche di nuove povertà che stanno colpendo duramente i nostri territori. Non possiamo piangere Mariarca, o solidarizzare con gli operai in lotta, e per questo sentirci a posto con la coscienza. Lo dico al Governo Nazionale e regionale, lo dico al mio partito. Lo dico a me stesso. Dobbiamo essere più sensibili, più veri, fare più incontri con i lavoratori e i precari. Gli studenti e ricercatori. Gli insegnanti e i liberi professionisti. Ma andando dove stanno loro. Come ha fatto Bersani in Sardegna nelle giornate scorse. Evitiamo di parlarci addosso. Lasciamo perdere strategie e tatticismi. Di fronte a questi drammi, a queste tragedie abbiamo il dovere di intervenire con forza e con unità per alleviare le sofferenze di chi vede il proprio futuro sempre più incerto. Solo così potremo evitare di piangere un’altra Mariarca. (di Antonio Marciano Consigliere Regione Campania PD)

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