lunedì 2 agosto 2010

Strage di Bologna, 30 anni dopo

Nessun Ministro sul palco

L'orologio della stazione di Bologna è fermo alle 10,25. Si è fermato il 2 agosto 1980, esattamente trent'anni fa, insieme alle vite di 85 persone, senza contare quelle dei loro parenti, e dei mutilati ( i feriti furono 200). E anche se a metà di questo interminabile trentennio una sentenza ha riconosciuto colpevoli per la strage Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, terroristi neofascisti già condannati a vari ergastoli per svariati omicidi ma sempre proclamatisi innocenti di questo crimine, e se ancora nel 2007 ai condannati con sentenza definitiva si è aggiunto un terzo estremista "nero", Luigi Ciavardini, la verità completa a tutt'oggi non si sa. La bomba, 23 chili di esplosivo ad alto potenziale attivati da un congegno a tempo e nascosti in una valigetta abbandonata su un tavolino proprio sotto il muro portante, detonò nella sala d'aspetto di seconda classe della Stazione di Bologna Centrale, quel giorno piena di gente in partenza o di ritorno dalle vacanze. Fu una strage calcolata per massacrare il maggior numero possibile di persone, con freddo odio, e che riuscì egregiamente nell'intento. Per la prima volta, quest'anno alla cerimonia di commemorazione non ci sarà alcun ministro o sottosegretario in veste ufficiale. Sarà il Prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia a rappresentare il governo. Parlerà ai parenti delle vittime prima della partenza del corteo nella sala del consiglio comunale: la comunicazione ufficiale è arrivata ieri sera in Prefettura. L'assenza del governo è un oltraggio che non ha scuse, afferma il Pd. Il partito democratico chiede una verità definitiva. “Il ministro La Russa si scusi”, insiste l'Idv, mentre l'associazione di via dei Georgofili solidarizza con quella dei familiari delle vittime di Bologna e chiede verità sulle stragi.

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