martedì 17 agosto 2010

Video choc in aliscafo, sospeso il comandante

«I miei affetti e la carriera rovinati da eccesso di cortesia e ingenuità»

Comandante Siniscalchi, come sono andate veramente le cose? «Prima di tutto devo dire che sono molto preoccupato. Temo di perdere il posto di lavoro ed è a rischio anche la pace familiare». In verità sembra che l'abbia combinata grossa… «Sono incappato in una tempesta mediatica che è mille volte più pericolosa delle tante che ho affrontato in mare in 20 anni di navigazione su navi passeggeri». Sta dicendo che è colpa dei giornali? Effettivamente, ripensando, sono stato un tantino ingenuo a consentire alla pendolare caprese di sedersi al posto di comando e filmare la scena». Ma non mi sembra che il problema sia soltanto questo. «In realtà i guai derivano dal quel maledetto filmato, o meglio, dalla sua lettura ed interpretazione». Si spieghi. «È stata tutta una finta. Io il comando non l'ho lasciato mai! Per noi uomini di mare, la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita sono sacri. Figurati se mettevo a rischio passeggeri ed equipaggio». Faccia capire tecnicamente come si sono svolti i fatti. «Su ogni aliscafo esistono i comandi al centro della consolle e quelli laterali, uno a dritta e uno a sinistra. Quando la ragazza è entrata nella cabina di comando e mi ha chiesto di farle provare l'emozione della guida dell'aliscafo ed io ho acconsentito, ho disinserito i comandi centrali, tenendo invece attivati quelli a sinistra dove mi sono sistemato io. Per cui la passeggera ha soltanto simulato le manovre. Era tutta una fiction. L'aliscafo continuavo a guidarlo io e lei aveva soltanto la sensazione di manovrare». Ma nel filmato si vede la sua mano che aiuta la passeggera nella manovra, si sente la voce divertita. «Certo e chi nega che c'era la mia collaborazione. Ma, come le dicevo, tutto s'inseriva nella finzione. Era come in un film. La ragazza si è talmente immedesimata ed esaltata nella parte che ad un certo punto, con un mare «forza olio», ha anche lanciato il myday. Logicamente non l'ha sentita nessuno. Perché, ripeto, anche il vhf e gli altri comandi erano disinseriti e isolati». Perché s’è dato tanto da fare. La collaborazione non è stata eccessiva? «Ma cosa vuole. A volte staccare la spina, anche se per pochi minuti, da un lavoro duro e stressante, fatto di manovre, di routine, di conversazioni sempre uguali con gli altri uomini dell'equipaggio, fa bene all'anima e al corpo. Aiuta ed è psicologicamente e umanamente comprensibile. E poi la cortesia e l'accoglienza garbata nei confronti del passeggero rientrano nel nostro corredo comportamentale. Quando arrivano i gruppi di turisti a bordo, specie stranieri, le foto, la visita alla cabina di comando, la descrizione della strumentazione di bordo, sono spesso un rito obbligato. Confesso il mio peccato: ho forse ecceduto in cortesia». Insomma, i 3 minuti e 32 secondi di filmato minacciano di sconvolgere mondo degli affetti e lavoro. «La prima bufera ho dovuto fronteggiarla con mia moglie, per spiegarle la gentilezza verso la passeggera. Sarò ascoltato nell'inchiesta della Capitaneria di porto. Dovrò rispondere alla lettera di contestazione della Snav che mi ha sospeso dal servizio. Un mare di difficoltà solo per aver fatto il mio lavoro». (Domenico Ambrosino il Mattino)

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