giovedì 23 settembre 2010

La mai risolta questione rifiuti

La mai sopita questione dei rifiuti è diventata una sorta di paradigma attraverso il quale è possibile descrivere e interpretare con completezza, pure se da un punto di vista settoriale, gli atteggiamenti collettivi di una società, le pratiche della politica, l' opportunismo dei tanti sottopoteri e l' inefficienza in generale delle classi dirigenti. Un problema, quello dei rifiuti, non soltanto non risolto, ma nemmeno ancora affrontato, tanto che l' attuale fase di calma è soltanto il residuo di un rocambolesco intervento emergenziale che ne ha unicamente reiterato e stiracchiato le vecchie modalità improvvisate di gestione. Nessuna azione strutturale o politica è ancora partita, riducendo la "fine emergenza" a mero enunciato, tant' è che tutte le previsioni e i dati ufficiali danno la prossima crisi alle porte. Il segno sul territorio di questa assenza di programmazione e dell' idea falsa di essere fuori dalla "fase acuta" sono i 6 milioni di ecoballe ancora da collocare nella cupa mappa metropolitana tra Napoli e Caserta. O episodi come il termovalorizzatore di Acerra, unico elemento nuovo in uno scenario di pericoloso attendismo, che non essendo inserito in un modello di smaltimento integrato, è poco più che un palliativo. Sono, queste, solo alcune delle tesi che emergono dal libro "Rifiuti. Una questione non risolta" scritto sotto forma di colloqui da Gabriella Corona, ricercatrice del Cnr, e da Daniele Fortini, amministratore delegato di Asia Napoli, edito da XL Edizioni (il libro verrà presentato domani alle 18 alla libreria Ubik in via Benedetto Croce 28, con l' intervento di Michele Buonomo, presidente di Legambiente). Dai dati di cui il libro è ricco, emerge con chiarezza la sciatteria con la quale è stato gestito l' oramai famigerato commissariato e l' incredibile assenza di competenze di tutti i tecnici coinvolti, non in grado non solo di fare quello per cui erano stati pagati (e strapagati), ma nemmeno semplicemente di copiare le buone pratiche che altrove sono già operative da anni. È questo, tra l' altro, uno degli aspetti centrali, attraverso il quale forse rimodulare le comunque indubbie colpe della politica, penalizzata anche dall' assenza «di un adeguato livello di competenza e di conoscenza nelle istituzioni in grado di offrire ai decisori soluzioni rapide e condivise» e, quindi, efficaci. Ci sono molti dubbi che questo adeguato livello di competenza sia entrato a fare parte della nuova gestione regionale, e non è un caso che il tema sia sostanzialmente fuori dall' agenda politica, che si voleva rinnovata e più attenta alla questione. Ovviamente la criminalità organizzata e comportamenti opportunistici hanno fatto il resto e il libro contribuisce a farli emergere con puntualità, così come vengono smontate alcune mitologie semplificanti, come la raccolta differenziata intesa come pratica solutiva e il fatto che la crisi riguardi solo la Campania (vedi Roma e Palermo). E poi ci sono le popolazioni, le connivenze, le paure e la sindrome Nimby. Così come ci sono ricerche e dati ineffabili che mostrano la fragilità delle retoriche e dei trucchi comunicativi attentamente utilizzati. Il Cewep ( Confederation of European Waste to Energy Plant ), ad esempio, nella Conferenza del 2006 di Bruxelles ha dimostrato, come si legge nel libro, che i fuochi d' artificio esplosi a Napoli nella notte del capodanno 2005 hanno rilasciato in atmosfera una quantità di diossina pari a quella prodotta in un anno da 120 impianti di termovalorizzazione. Forse anche partendo da informazioni come questa è possibile promuovere una riflessione più convincente su quanto è accaduto e su quello che si può ancora ragionevolmente fare e dire. (di Giuseppe Guida Repubblica Napoli)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A vico equense invece la questione rifiuti è stata risolta, grazie all'allora amministrazione di centrosinistra che organizzò quella che ora è Terra delle Sirene e fece l'isola ecologica, il tutto nonostante le proteste di piazza capeggiata, come si legge nelle cronache di quegli anni, da Telearredo e dal Treosso, che mo fanno i galli sulla monnezza prendendosi tutti il merito...
Questa è storia.

Anonimo ha detto...

Ricordo benissimo il treosso inveire contro l'isola ecologica voluta da Ignazio Esposito e dal centro sinistra.
E mo questo signore, assieme al suo compariello Telearredo, nientedimento amministra il paese!?
Mah...

Anonimo ha detto...

E a voi brucia......