lunedì 6 settembre 2010

“Sui Lattari piantiamo grano anti-marijuana”

La polemica sul business dei clan

Gragnano - «Riconvertiamo a grano i monti della marijuana». È la proposta-provocazione lanciata ai sindaci del comprensorio da Annarita Patriarca, primo cittadino di Gragnano, durante la conferenza stampa d’apertura della festa della pasta che si concluderà stasera. «Nelle ultime settimane i vari sequestri di droga effettuati tra Gragnano e dintorni hanno fatto paragonare il territorio alle aree montane della Giamaica – ha ricordato la Patriarca – e noi non possiamo più tollerare che le nostre ricchezze naturalistiche vengano sfruttate dalla malavita per soddisfare i propri interessi. Riconvertendo questi terreni demaniali a grano invece riusciremmo a potenziare la produttività dei nostri pastifici e, nello stesso tempo, faremmo un notevole passo in avanti nella lotta alla criminalità». Il sindaco gragnanese pensa innanzitutto al monte Megano di Gragnano e alle altre aree comprese nei comuni di Casola di Napoli, Lettere e Pimonte. Ma il progetto non escluderebbe nemmeno il monte Faito e, quindi, il territorio di Castellammare. E proprio dalla città stabiese non si è fatto attendere il commento del sindaco Luigi Bobbio, che ha tuttavia etichettato la proposta della Patriarca come una semplice provocazione. «Data la gravità della situazione – afferma - che ho avuto modo di sottolineare anche recentemente chiedendo non solo i sequestri delle coltivazioni, ma anche gli arresti dei responsabili, giudico quella del sindaco di Gragnano una provocazione. La proposta tuttavia rimette giustamente in luce l’esigenza di lavorare per far sì che i nostri monti tornino alla loro naturale destinazione, anche turistica». E intanto la festa della pasta entra nel vivo. Questa sera, nella suggestiva Valle dei Mulini, è previsto il concerto finale di Fiorella Mannoia, mentre ieri mattina è stato presentato il nuovo logo della pasta che di recente ha ottenuto il marchio Igp (Identificazione Geografica Protetta). «Si tratta di un obiettivo fondamentale per il futuro della nostra economia – ha affermato Giuseppe Di Martino, presidente del consorzio pastai gragnanesi -. L’economia del mondo si è spostata dall’Europa e dunque per mantenere gli standard qualitativi e proteggere i nostri prodotti avevamo bisogno di tutelarci. Sette anni fa ho richiesto il marchio Igp, che ci è stato concesso quest’anno con nostra grandissima soddisfazione». (Francesco Fusco il Mattino)

Ma l’agronomo: clima inadatto, meglio puntare su vigne e uliveti

«Riconvertire a grano il Faito e le aree montane dei Lattari? Un progetto irrealizzabile, sia per la poca estensione dei terreni sia per problemi di natura climatica». Lo afferma Astolfo Zoina, docente di Agraria all’Università Federico II di Napoli, che boccia la proposta del sindaco di Gragnano. «Le coltivazioni di grano nascono su centinaia di ettari di terreno – commenta – e comunque al di sopra degli 800 metri di altezza. Riconvertire a grano i monti di Castellammare e Gragnano sarebbe pertanto poco remunerativo soprattutto dal punto di vista economico, visto che in queste aree la produzione sarebbe quasi irrisoria a fronte delle grandi distese argentine, russe e canadesi che ancora oggi esportano grossi quantitativi di grano in tutto il mondo». Diverso sarebbe invece il discorso per altre produzioni. «Se si vuole bonificare quest’area dalla marijuana – afferma Zoina – ci si potrebbe dedicare alla coltivazione di vigneti e uliveti, dal momento che proprio nel comprensorio stabiese – sorrentino esistono importanti aziende vinicole e olearie conosciute su tutto il territorio nazionale». (Il Mattino)

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