martedì 12 ottobre 2010

«Tre forchette» al ristorante di Vico Equense «La Torre del Saracino»

L’appello del cuoco: “Il territorio non ha il nostro passo”

Vico Equense - La migliore cucina d’Italia si trova in quest’angolo di costiera sorrentina. Ne sono certi gli esperti della guida ai ristoranti del Gambero Rosso che hanno attribuito al ristorante «La Torre del Saracino» le «Tre forchette» con un punteggio di 94 centesimi. Per lo chef Gennaro Esposito, non nuovo a premi e riconoscimenti, si tratta della consacrazione nell’olimpo dei talenti dei fornelli cha assume una valenza straordinaria se solo si considera che arriva a quarant’anni appena compiuti. «È la testimonianza della particolare vivacità del panorama gastronomico della Campania ormai capace di esprimere punte di assoluta eccellenza», spiegano i curatori della Guida. Ne ha fatto davvero tanta di strada il giovane studente dell’istituto alberghiero, passato attraverso l’inevitabile apprendistato tra ristoranti della penisola sorrentina, prima di aprire all’inizio degli anni Novanta il suo ristorante all’interno dell’antica torre saracena della marina d’Aequa nel borgo di Seiano. Poi la svolta che segnerà la carriera: l’incontro con il cuoco francese Alain Ducasse grazie al quale elaborerà una personalissima idea di cucina, fatta di prodotti tipici, sapori della tradizione e grande tecnica. Il resto è storia di oggi con la conquista, nel giro di pochi anni, del vertice delle classifiche delle più importanti guide di settore culminata con l’attribuzione delle «due stelle» da parte della Michelin. «I riconoscimenti, oltre che avere un grande significato sotto il profilo personale e professionale, sono di stimolo per la squadra dei collaboratori che giorno per giorno contribuisce a fare un grande ristorante», sottolinea Esposito, che non lesina stoccate: «Non si può operare in un territorio che possiede collegamenti, e mi riferisco alla Circumvesuviana, fermi a cinquant’anni fa - spiega - A una viabilità piena di problemi. In un contesto alberghiero che, a parte alcune eccezioni di alto profilo, dovrebbe accelerare la crescita per stare al passo con la ristorazione». Da qui l’appello: «Dobbiamo sederci a un tavolo comune con le istituzioni e programmare, stendere strategie per il bene del nostro Paese. Il territorio deve fare passi in avanti come ha fatto la ristorazione». Le «Tre forchette» sono state confermate anche al Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi che da oltre vent’anni rappresenta il faro della gastronomia del Mezzogiorno. (Francesco Aiello il Mattino)

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