venerdì 28 gennaio 2011

“Ospedale unico? Auspicabile e necessario, ma non nel breve periodo”

Il primario Flora Beneduce spiega perché non bisogna dismettere i nosocomi di Vico e Sorrento

Vico Equense
- L’ospedale unico della Penisola sorrentina s’ha da fare. Tutti concordano sull’opportunità della realizzazione. Pochi, però, hanno compreso la portata dell’investimento e i tempi per l’approvazione del progetto. Un coro unanime ha plaudito le parole di Vittorio Russo, commissario dell’Asl Napoli 3, che ha prospettato l’apertura del nosocomio entro tre anni. Ma Flora Beneduce, primario di Medicina Generale degli ospedali di Vico e Sorrento, ha chiaramente fatto capire che si stava parlando di una specie di “libro dei sogni”. Dottoressa, lei non ritiene che l’ospedale unico sia necessario? Non solo è necessario, è addirittura indispensabile. Ciò che contesto è la superficialità dell’approccio alla questione. Come si può pensare che un’opera di tale portata possa essere costruita ed entrare in funzione nel giro di trentasei mesi, oltretutto in un momento di difficile congiuntura economica? Qualcuno addirittura ha parlato poco responsabilmente di vendere a privati le due strutture della Penisola Sorrentina. Dunque le sue perplessità sono legate solo ai tempi di realizzazione? Ai tempi di realizzazione e al reperimento di fondi, che comporterebbe quasi certamente la svendita dei “gioielli di famiglia”, ossia il De Luca e Rossano a Vico e il Santa Maria della Misericordia a Sorrento, al miglior offerente. Insieme, i nosocomi al momento, rispondono all’esigenza di un’utenza che non potrebbe rinunciare ai servizi e alle prestazioni offerte. La sinergia di entrambi soddisfa la domanda della Penisola sorrentina e della Costiera amalfitana. Lei parla di possibilità di dismetterli. Ma la vendita non sarebbe successiva alla realizzazione dell’ospedale unico? Si potrebbe pensare non di venderli, ma di trasformarli in poliambulatori o in centri di accoglienza per pazienti non autosufficienti affetti da patologie croniche. Comunque gli ospedali della Penisola sorrentina vantano poli d’eccellenza e professionalità di comprovata esperienza e competenza. Quindi mi sembra più urgente un’efficace politica di razionalizzazione al fine di evitare inutili e costosi doppioni, potenziando ciò che già abbiamo. Cosa ci dice della sua unità operativa? Mi limito a descriverle l’organizzazione del mio reparto. La divisione di Sorrento – Vico è l’unico centro della Asl Napoli 3 Sud per la diagnosi e la cura delle dislipidemie familiari. Il centro antidiabete e endocrinologico è diventato il fiore all’occhiello di tutta l’Azienda Sanitaria. Inoltre, a Sorrento alcuni posti letto sono riservati ai pazienti oncologici in trattamento chemioterapico supportati da operatori formati per il sostegno psicologico ai malati. A Vico vero polo di attrazione per pazienti provenienti da altre regioni è la diagnosi e la cura dell’artrite psoriasica con l’adozione di farmaci innovativi. Ancora, al Santa Maria della Misericordia, nell’ambito dell’ambulatorio di allergologia, è possibile effettuare i test per il veleno degli imenotteri, unico nell’Asl Napoli 3 Sud. Inoltre, lavora a pieno ritmo un’unità per le malattie epato-bilio-metaboliche avanzate, per tutto ciò che afferisce al fegato. È inoltre in allestimento un centro di onco-ematologia, di cui faranno parte esperti professionisti già in carico nel reparto che dirigo. Dunque, lei ritiene che debba essere confermato lo status quo? No. Penso che sia necessario adottare altre misure, utilizzare ad horas i finanziamenti messi a disposizione dall’articolo 20 del piano sanitario per l’edilizia ospedaliera, in particolare per il Santa Maria della Misericordia, puntare sulle risorse umane, sburocratizzare gli iter e potenziare le tecnologie. Valorizziamo ciò che abbiamo e, nel frattempo, progettiamo il nosocomio unico. Cosa dovrebbe essere fatto nell’immediato? Credo che bisogni razionalizzare i comparti e puntare sulle risorse umane che presto arriveranno. È necessario potenziare il pronto soccorso con ulteriori posti letto per le urgenze di Medicina, tra cui quelle neurologiche e respiratorie, a Sorrento. A Vico, invece, si deve puntare alla medicina avanzata per la diagnostica e la terapia de delle malattie metaboliche. Infine, nell’immediato bisognerebbe separare i reparti di Medicina e Chirurgia, accorpati da tre anni senza criteri funzionali o logici. Nel piano sanitario sono previsti, per il suo reparto, venticinque posti letto a Sorrento e altrettanti a Vico. Non le sembrano troppi? Assolutamente no perché abbiamo continua richiesta e carenza di posti letto. Al fine di evitare doppioni, la mia proposta è quella di trasferire le urgenze al Santa Maria della Misericordia a Sorrento. L’ospedale di Vico, come ho già precisato, accoglierà i pazienti i cui ricoveri non rivestono caratteri d’urgenza. Questa divisione dipartimentale è assolutamente rispondente alle reali esigenze degli utenti. Ritorniamo all’ospedale unico. Secondo lei rappresenta una strada percorribile? Certo. Il mio monito, però, è quello di evitare facili entusiasmi e di costruire giorno dopo giorno, continuando ad offrire risposte agli utenti. Non si può attendere sospendendo i servizi, già provati dai tagli che il presidente della Regione Stefano Caldoro ha dovuto operare. Avrebbe potuto operare riduzioni in altri settori… Non credo. Il Consiglio regionale ha dovuto affrontare una situazione disastrosa, cacciare i baroni dalle istituzioni, sospendere le consulenze d’oro di Bassolino & co, far fronte ad un sistema clientelare stratificato e radicato. L’eredità della sinistra pesa ancora, soprattutto nel comparto sanitario. Ora siamo all’anno zero della Sanità in Campania. Non sogniamo, piuttosto continuiamo a lavorare nel rispetto della deontologia professionale e, soprattutto, nel rispetto dei pazienti che si rivolgono a noi. Sdoganiamo l’efficienza, offriamo supporto e mettiamo la nostra professionalità a disposizione degli utenti. Il presente ha bisogno del lavoro quotidiano, non di proclami e promesse che non saranno mantenute.

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