lunedì 31 gennaio 2011

Siamo tutti uniti, la squadra è forte ora abbiamo bisogno solo di più tifosi alla domenica

Sorrento - «Siamo assolutamente consapevoli della nostra forza, ottimisti per il futuro, uniti nella sconfitta, desiderosi di riscatto, ma è degradante constatare che questa squadra e questa società meritino solo qualche centinaia di paganti. Siamo Secondi in classifica e penultimi come media spettatori nel campionato di prima Divisione». Gaetano Mastellone, direttore generale dell´area Marketing e comunicazione del Sorrento, non riesce a darsi pace dopo la lettura del tabellino della gara (persa) contro il Bassano: allo stadio Italia, presenti poco più di 400 paganti. «Da sorrentino - sottolinea Mastellone - vorrei innanzitutto complimentarmi coi tifosi della curva Nord e della tribuna Centrale, che hanno sempre seguito questa squadra: in casa e fuori, con il sole e con la neve. Sono eccezionali: non hanno mai fatto mancare la passione e l´affetto che questa società e questi calciatori meritano. Il mio pensiero, certamente condiviso anche dall´amico Diodato Scala, Direttore Generale sempre vicino alla prima squadra, va invece ai tanti appassionati di calcio della costiera sorrentina che, per ignote ragioni, preferiscono restare a casa o seguire le sorti di altre squadre, tradendo il club che dovrebbe rappresentare la loro identità territoriale e che opera, attraverso il settore giovanile, nel tessuto sociale di questa città e di questa terra. E´ davvero inammissibile! Vi rammento solo qualche nome di giovani che da Sorrento oggi giocano in serie A, Mirante - Immobile - Di Leva e da ultimo il sedicenne Roberto Esposito appena acquistato dalla Juventus». Mastellone lo dice senza mezzi termini: «L´entusiasmo del Presidente Mario Gambardella, dei Vice Presidenti Attilio e Renato Gambardella, di Paolo Durante e di Franco Ronzi, della dirigenza, profuso nell´allestimento di una squadra di altissimo profilo, si spegne di fronte a scenari come quelli di domenica scorsa: pochi spettatori e tanti spazi vuoti sugli spalti. Eppure, oltre all´ingente investimento economico, siamo attivamente impegnati da qualche mese, attraverso iniziative di marketing promozionale, per coinvolgere altri tifosi e altri partner commerciali ad appassionarsi alle sorti della nostra squadra. Per più di un anno, il biglietto della partita era venduto a costi davvero irrisori, al di sotto della media della categoria! Non è servito a nulla. Anche le categorie produttive ci hanno tradito». In che senso? «Il 90 per cento delle aziende che hanno aderito alla nostra proposta pubblicitaria - prosegue Mastellone - non è della costiera sorrentina. Per amor del cielo, non voglio fare il lamentoso: abbiamo tante positività, tante eccellenze, dal pubblico civile ad un maxi-main sponsor come la Msc. Ma, a malincuore, bisogna ammettere che c´è freddezza attorno a questa squadra ed è desolante, per chi, come il nostro Presidente, investe, alias perde, migliaia di euro ogni mese. Questa squadra e questa società meriterebbero una statua: e pensate che domenica, qualcuno si è anche permesso di uscire fuori dal campo della critica costruttiva. Ma non solo: avevo deciso di organizzare, gratuitamente, una trasmissione TV ed avevamo anche trovato una televisione che faceva fronte ai costi al 50%. Avevamo bisogno di dieci sponsor che, attraverso mini-quote da appena cinquecento euro, coprissero solo l´altro 50% delle spese in cambio di pubblicità: le aziende del posto hanno fatto spallucce! Peccato.» E, infine, un appello: «La società è unita, la squadra c´è ed è fatta di uomini validi e forti, ora abbiamo bisogno solo di un ambiente di serie... superiore, e di tanti fatti. A Sorrento, ed in penisola, ci sono le potenzialità giuste per continuare a coltivare il nostro sogno e ci sono le potenzialità per crescere, per programmare un marketing territoriale "alla global" costruito anche sul calcio che oltre a servire alla crescita dei giovani può essere, fatto ad alti livelli, volano per il business turistico. Usciamo fuori da questo torpore! Tutti uniti, insieme si può...». (Metropolis)

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