venerdì 21 gennaio 2011

Tornano i bassoliniani. Folla per il libro del leader

Sono lontani i tempi in cui Antonio Bassolino si doveva tenere lontano dalla piazza, la sua piazza, il Plebiscito. Non gradito ai vertici del Pd, Walter Veltroni in primis. Il ritorno dell’ex governatore a Villa Pignatelli per la presentazione del suo libro Napoli-Italia è applaudito da una folta schiera di amici. Per la verità manca solo la sindaca Rosa Russo Iervolino, poi ci sono Tino e Mario Santangelo, Ennio Cascetta, Andrea Cozzolino, Riccardo Marone. E ancora Claudio Velardi e Mauro Calise. Maria Grazia Falciatore, Antonio Marciano, Graziella Pagano, Valeria Valente. Enzo Giustino Insomma è il ritorno anche dei bassoliniani e qualcuno di loro nell’applauso finale si lascia andare: «L’ha sempre detto Antonio che bisogna essere positivi. Perché il negativo chiama il negativo». Non parla di primarie, non svela se andrà a votare oppure no, Basso-lino dice solo: «Spero solo si sia più saggi. Abbiamo visto come è andata a finire in Provincia e Regione». E per guardare avanti, alle prossime amministrative, torna al ’93, quando «siamo riusciti a fare tanto perché mi sentivo ed ero libero, i partiti erano in difficoltà e io potevo scegliere. E, con modestia, penso di aver usato bene e con intelligenza questa libertà di scelta. Ancora oggi i napoletani hanno un sentimento forte nei confronti di quell’esperienza, basata sulla libertà, sull’identità, sulla cultura e sull’autonomia di Napoli». Nel dire che Napoli «ha dato tanto all’Italia e ha ricevuto davvero poco» è come se lo dicesse di se stesso. D’altronde i suoi interlocutori fanno la stessa differenza, sia Enzo Giustino, sia Marino Niola e sia Roberto Esposito, sostenitore di Libero Mancuso. E proprio il filosofo che, separando il Bassolino sindaco dal Bassolino governatore ostaggio di De Mita e Mastella, sulla vicenda rifiuti dice: «Avrebbe dovuto drammatizzare, minacciare le dimissioni, dimettersi, legarsi ai cancelli. Aver sottovalutato l’impatto della vicenda è l’errore più grande. Ma questo non può inficiare quindici anni di governo». Ebbene per l’ex governatore l’errore è stato invece «sottovalutare me stesso». Non la pensa così Umberto Ranieri che nello stesso momento, a Monte di Dio, discuteva di programmi e proposte con i firmatari del suo manifesto e, a sorpresa, anche il vicesegretario nazionale Enrico Letta, che, unico, da Roma è venuto a Napoli a sostenere un candidato democratico. Oggi il pizzaiolo Gino Sorbillo annuncerà il suo ritiro, in favore proprio di Ranieri. Ma i giochi sono tutt’altro che chiusi. Tra una polemica sui seggi ed una chiusura della campagna elettorale, dopodomani si saprà chi è il candidato del centrosinistra. (di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)

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