venerdì 13 maggio 2011

Due Avvocati sfidano il Sindaco “capocantiere”

Fonte: Gimmo Cuomo da il Corriere del Mezzogiorno

Vico Equense - Una poltrona per tre. Una poltrona sulla quale per pochi mesi, a metà degli anni Novanta, è stato seduto anche un pezzo da novanta della politica napoletana: Carlo Fermariello. Una stagione breve e indimenticabile durante la quale Vico Equense, trascinata dalla contagiosa energia del Leone rosso, parve in grado scrollarsi di dosso quel complesso d’inferiorità atavico verso la vicina e «aristocratica» Sorrento. Ma — questo pensarono in molti— la maledizione lanciata sul paese dal vescovo giacobino Michele Natale scoperto per colpa di un vicano giustiziato durante la restaurazione borbonica postrepubblicana del 1799) riportò ancora una volta indietro le lancette della storia. A dispetto delle straordinarie risorse paesaggistiche, dell’amenità dei luoghi, dal monte Faito alle spiagge, degli ineguagliabili prodotti delle terra, la morte di Fermariello costrinse Vico e i vicani a fare nuovamente i conti con un passato che sembra destinato a risucchiarli in eterno. Superstizioni a parte, da allora il Comune seguì, più o meno, la scia della politica nazionale. Governò il centrosinistra. Poi, negli anni Duemila, ci fu l’avvento del centrodestra. Prima con l’avvocato Giuseppe Dilengite (Forza del Sud e civica), poi con Gennaro Cinque (Pdl, Udc civiche), il sindaco uscente. Ecco: i due, che per un periodo hanno convissuto sotto lo stesso tetto (il primo è stato anche vice del secondo), ora sono l’un contro l’altro armati, nel tentativo di conquistare un nuovo mandato.



Delle divisioni a destra cerca di approfittare il centrosinistra che propone l’avvocato Aldo Starace (Pd, Sel, civiche). Quest’ultimo non sta dando tregua a Cinque. In realtà, sul primo cittadino in carica si sta concentrando il fuoco incrociato degli altri due candidati, nel tentativo di costringerlo a un ballottaggio che potrebbe far saltare lo schema dentro il quale si mossa finora la competizione. Cinque, di professione commerciante, è l’uomo delle colline, delle frazioni «alte» che pesano molto in termini elettorali. La sua campagna non è mai iniziata perché, in realtà, non è mai finita quella precedente. Lo chiamano «il capocantiere» , perché il sindaco è davvero capace di sorvegliare personalmente per un’intera notte i lavori per la riparazione di una condotta. «Sono fiero di esserlo— commenta il diretto interessato — perché i cittadini devono avvertire la presenza di un sindaco che vigila sulla consegna delle opere pubbliche e che si preoccupi dei ritardi» . Finora, nonostante gli inviti, ha accuratamente evitato di incontrare in pubblico i suoi avversari. «L’unico faccia a faccia che comprendo e che sento il dovere di fare è con i cittadini» . Lo accusano di non aver tutelato abbastanza l’ambiente. E lui risponde con la pazienza del «pallettaro» , sottolineando di «aver preferito al manifesto cartaceo quello web» e di aver fatto guadagnare a Vico il titolo di comune riciclone da Legambiente che di destra certamente non è. «Se è per questo— insinua Dilengite— neanche lui può identificarsi con la destra» . Cinquantadue anni, avvocato, talentuoso trombettista jazz, l’ex sindaco evidenzia le contraddizioni del suo successore. «Il vero centrodestra moderato siamo noi. Perché Gennaro ha imbarcato di tutto pur di supplire all’esito della pulizia etnica effettuata nel 2009» . E conclude: «Si accredita come l’uomo del fare. In realtà ha avuto solo la fortuna di poter appaltare i progetti concepiti e approvati dalla mia amministrazione» . Sessant’anni, affermato avvocato amministrativista, già consigliere provinciale, Starace si pone come l’epigono della nobile tradizione della sinistra vicana di Fermariello e Gerardo Chiaromonte. Ma anche come il candidato voluto «dei giovani» . Non a caso con lui oltre ai partiti ci sono anche due liste civiche composte in prevalenza da esordienti. Tra le sue priorità le strutture scolastiche e sportive e il potenziamento dei servizi sociali. I tre candidati hanno cercato appoggi nel mondo dello sport. La fondista Maria Guida ha fatto l’endorsement per Cinque, l’allenatore Gigi de Canio per Starace. Dilengite invece ha in una delle liste il canottiere Luca Parlato. Una legittima curiosità. Con chi sta questa volta Armando De Rosa, l’ex potentissimo assessore regionale doroteo finito nei guai prima dello scoppio di Tangentopoli? Non è in campo, ma con sua moglie Flora Beneduce appoggia una candidata del Pdl collegata con Cinque.

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