sabato 14 maggio 2011

La Festa a Vico 2011, la Penisola che c’è

5, 6 e 7 Giugno 2011

A metà strada tra l’artigiano e Peter Pan, i protagonisti dell’eccellenza gastronomica italiana sembrano essere alla perenne ricerca della loro “isola che non c’è”. Ma in questo anno così festeggiato, così proclamato, così osannato, anche noi vogliamo spendere qualche parola sulla Penisola che c’è, quella italiana appunto. Se, tempo fa, qualcuno ci avesse detto che avremmo, un giorno, sventolato il tricolore e cantato l’inno a squarciagola, lo avremmo guardato con commiserazione, e non per totale mancanza di spirito patriottico, ma per una sorta di benedetto pudore che ci tiene lontani dai sentimenti troppo esibiti e dai crepacci della retorica. Ma un’Italia svillaneggiata dalla sua stessa classe dirigente, ripudiata in nome di un gretto interesse territoriale, succhiata e martoriata da malaffare e malavita, merita una premura nuova, una solidarietà alta, un riscatto della nostra parte più nobile, che passi attraverso piccoli gesti significativi, e l’impegno individuale di tutti noi. Questa premessa riguarda anche la nostra Festa, proprio la nostra Festa, che, in qualche modo, ha anticipato, nei fatti, parole gettate di questi tempi, con ardore sospetto, ai quattro venti. Arrivano a Vico, da quasi dieci anni, cuochi da ogni parte d’Italia, portandosi appresso dialetti, lingue, abitudini di vita, costumi, culture molto diverse tra loro, ma accomunati da un totem che, fortunatamente, non conosce distinzioni: il lavoro. E dunque, facendo nostre le parole di qualcuno più importante di noi, il riscatto è nel lavoro, nel farlo bene, nell’esaltazione delle competenze, a tutti i gradi ed in tutti i ruoli, contro le scorciatoie, l’approssimazione e il tirare a campare. Sapendo che il lavoro fatto bene è la realtà di gran parte di questo paese, che, purtroppo, non è sempre visibile, noi che di visibilità ne abbiamo un po’ di più, vorremmo essere lo specchio di tutti quegli altri, quelli operosi, solidali, impermeabili a suggestioni indotte e paure artatamente provocate, insomma la Penisola che c’è, quella italiana appunto.

www.festavico.com

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