venerdì 6 maggio 2011

Si allarga il manifesto di sinistra per Lettieri: «Noi, gruppo di disturbo del manovratore»

Il manifesto a sostegno di Gianni Lettieri, che tanto ha fatto gridare al trasformismo l’intero Pd vista l’origine di sinistra di tanti firmatari, si è allargato. Dagli iniziali 18 componenti, poi diventati 20, da ieri i firmatari sono una cinquantina. Ma il numero è destinato a crescere. La convention che li ha riuniti tutti si è tenuta all’Hotel Vesuvio. Presente, ovviamente, Lettieri, la riunione — moderata dal direttore del Corriere del Mezzogiorno, Marco Demarco — si è tenuta all’Hotel Vesuvio. Ha aperto Antonio Napoli, tra i primi firmatari del manifesto, interamente dedicato al ricordo di Andrea Geremicca; che, per la verità, è stato ricordato anche da Lettieri, che ha spiegato come un suo collaboratore «ai tempi in cui presiedevo l’unione degli industriali — ha detto — era stato in passato un assistente di Geremicca». Si tratta di Ivano Russo, ex direttore della Fondazione Mezzogiorno Europa poi diventato direttore del centro studi dell’Unione degli industriali. «Mi pento oggi, però, di non aver accettato un suo invito ad un faccia a faccia con Morcone non più tardi di quindici giorni fa, anche se gli spiegai che a mio avviso i faccia a faccia li ritengo inutili perché io porto avanti proposte, gli altri mi insultano soltanto». Felice Laudadio, dal tavolo dei relatori, ha spiegato che «ci poniamo come gruppo di disturbo al manovratore». Mentre Vito Grassi ha parlato di esigenza di uscire allo scoperto nel dibattito, «fregandosene delle accuse di trasformismo anche perché nono siamo iscritti a nessun partito». Tra i nuovi aderenti al manifesto, Stefania de Pascale, Rosa Nocerino, Giancarlo Graziani, Vittorio Brun, Roberto Pepe, Raffaele Mozzillo, Antimo Manzo, già potente capostaff dell’ex assessore Enrico Cardillo, e anche Paride Caputi, assessore municipale ai cimiteri durante la prima giunta lervolino. In sala c’erano i primi venti sottoscrittori del manifesto che, di fatto, pur ponendosi come «gruppo di disturbo al manovratore», sta diventando, col passare dei giorni, anche sun piccolo serbatoio elettorale di Lettieri. Che, in questo modo, senza dubbio intercetta voti che altrimenti non avrebbe raccolto, ma soprattutto incassa il sostegno di chi non ha voluto candidarsi ma ha comunque trovato il modo per sostenerlo in campagna elettorale. (Fonte: di Paolo Cuozzo da il Corriere del Mezzogiorno)

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