sabato 14 maggio 2011

Spiagge, concessioni scendono a 20 anni

Sindacato balneari: ''Così il testo è inutile''

Il diritto di superficie per le spiagge sarà di 20 anni. Secondo quanto si apprende da fonti governative l'ultima versione del decreto, emanato dal presidente della Repubblica questa mattina, prevede un diritto non più di 90 anni, come previsto dal testo uscito dal Cdm, ma di 20 anni. Nel provvedimento, che sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta ufficiale, viene cambiata, in sostanza, solo la durata del periodo di proprietà lasciando inalterato il resto del periodo: ''Per incrementare l'efficienza del sistema turistico italiano, riqualificando e rilanciando l'offerta turistica, fermo restando, in assoluto, il diritto libero e gratuito di accesso e fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione, è introdotto un diritto di superficie avente durata di venti anni''. "Abbiamo visto gli articoli di stampa, ma finora non c'è stato nessun annuncio pubblico sulla riduzione a 20 anni" ha detto la portavoce del commissario Ue al mercato interno Michel Barnier. "Siamo in costante contatto con le autorità italiane", ha sottolineato Chantal Hugues, aggiungendo che Bruxelles sta "valutando le possibili opzioni". "Profondo sconcerto" esprime invece Riccardo Borgo, presidente nazionale Sib (Sindacato italiano balneari-Confcommercio).



"Come è possibile - rimarca a Labitalia - che si predisponga un testo importante e fondamentale per 30mila aziende e che nel giro di pochi giorni venga modificato?". "Il provvedimento - osserva Borgo - così com'è è inutile e dannoso. Inutile perché comunque già esiste una legge che, dal 2016, consente di avere la concessione di 20 anni". "Nello stesso tempo - aggiunge il presidente del Sib - il decreto va a inserire una profonda diversificazione, per la quale sarà doveroso approfondire molti aspetti. Il nostro riferimento è il Parlamento e, quindi, chiediamo che tutti i provvedimenti che riguardano il mondo balneare vengano tolti dal decreto sviluppo". Sono intanto i sindaci di Capalbio, Maratea, Villasimius, Senigallia, Noto, Otranto, Ostuni, Pollica, Favignana, Isola Capo Rizzuto e Posada i primi firmatari dell'appello lanciato da Legambiente per impedire la ''svendita'' del litorale prevista dal dl sviluppo. Un decreto grazie al quale si profila la concessione delle spiagge "per un tempo lunghissimo'', anche se l'ultima versione del decreto riduce il diritto di superficie a 20 anni, ''consentendo anche di aggirare le normative di tutela per legalizzare le costruzioni abusive e aprendo le porte a nuove edificazioni nella fascia dei 300 metri dalla battigia". ''Le località costiere che hanno puntato sulla qualità respingono al mittente il decreto del Governo - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente - E' la prova che quel provvedimento non fa bene al turismo e uccide il paesaggio. I sindaci che hanno firmato il nostro appello rappresentano, peraltro, alcuni dei comprensori turistici più importanti del Paese, con numeri di arrivi e presenze significativi. E' la prova, quindi, che il turismo in Italia non ha bisogno di ulteriore cementificazione e deregulation, quanto piuttosto di qualità e tutela dell'ambiente''. (Adnkronos/Ign)

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