venerdì 20 maggio 2011

Tartarughe e squali nel mare di Punta Campanella

Recuperata a Nerano una Caretta caretta ferita. Nei giorni scorso pescato e rigettato in mare uno squalo Manzo. Avvistati in zona anche altri pesci rari

Massa Lubrense - Un’esplosione di biodiversità. Tartarughe, squali, pesci rari, l’incredibile avvistamento della teca gigante di Calamaro, i delfini tra i faraglioni di Capri e Punta della Campanella. Tanti ospiti tutt’altro che indesiderati. L’area marina protetta di Punta Campanella è ricca di vita sottomarina. Come può raccontare il fortunato pescatore di Marina del Cantone, Agostino Sbarrata. In pochi giorni ha prima pescato e poi rigettato in mare uno squalo e poi avvistato e salvato una tartaruga ferita a Nerano. Fortunato e sensibile nei confronti dell’ambiente marino e dei suoi abitanti. Con i suoi nobili gesti ha salvato la vita a due esemplari così prestigiosi che abitano nel nostro mare, una tartaruga ed uno squalo. La tartaruga, della specie Caretta caretta, è stata ritrovata sotto costa in chiara difficoltà. Non riusciva ad immergersi e stava andando lentamente a schiantarsi contro le alte pareti rocciose ad est di Marina del Cantone. Il pescatore, una volta raggiunto l’animale, ha contattato gli operatori dell’Area Marina Protetta che sono intervenuti immediatamente portando lo sfortunato rettile marino alla stazione zoologica A.Dhorn di Napoli dove ha ricevuto le cure necessarie.



Qualche giorno prima, lo stesso pescatore, Agostino Sbarrata, durante le solite operazioni di pesca, si era imbattuto in uno squalo manzo di quasi due metri di lunghezza. Si tratta di squalo grigio o marroncino, ha un corpo slanciato, dal muso e dai denti molto appuntiti. Vive in profondità, fino a 800m, ma può talvolta risalire in superficie. E' carnivoro e sembra si nutra principalmente di naselli. Non è molto comune nei nostri mari e attacca l’uomo solo in cattività. Dopo l’iniziale sorpresa, Agostino ha preso la decisione più giusta. E anche in questo caso la sensibilità dell’uomo ha avuto la meglio e dopo non facili operazioni, lo squalo è stato liberato e ha potuto riprendere a nuotare verso il mare aperto. Come faranno le 10 tartarughe che, martedì prossimo (24 maggio), saranno liberate a Punta Campanella durante un’iniziativa congiunta tra parco marino e stazione zoologica. Due episodi a lieto fine, con tre protagonisti, il fortunato pescatore Agostino, la tartaruga e lo squalo. Una breve storia che racconta questa primavera ricca di biodiversità per il Parco Marino. Solo qualche settimana fa, un’altra incredibile storia: il sensazionale avvistamento, nei fondali di Punta Campanella, della grossa teca ovarica di Calamaro. Un incontro raro ed eccezionale ad opera di due fortunati subacquei napoletani che si erano imbattuti in una strana sfera a 50 metri di profondità. Alcuni biologi avevano poi smascherato l’alieno: si tratta di una teca ovarica contenente migliaia di uova di calamaro. Ma l’incontro con specie particolari non finisce qui. Nei giorni scorsi, alcuni pescatori della zona, hanno avvistato un pesce vela di circa 50kg. Simile al marlin e al pesce spada, il pesce vela o istioforo misura sino a 4 metri di lunghezza con una pinna dorsale colorata che può raggiungere l'altezza di un metro e mezzo. E’ una specie aliena in quanto di solito vive nei mari tropicali, soprattutto nell'Oceano Indiano. Altro esemplare raro avvistato ultimamente il pesce leccia. Ne sono stati pescati più di 50 in un solo giorno. E’ un feroce predatore, che assale piccoli pesci, sia pelagici, sia costieri. La lunghezza massima si aggira intorno al metro ed il peso può arrivare ad una quindicina di chili. D'inverno vive a contatto delle profondità abissali, ma con la primavera, stagione della riproduzione, si avvicina alle coste in folti gruppi. La leccia è comune nell'Atlantico orientale e in Mediterraneo, ma non è per niente facile incontrarlo nel nostro mare. Un altro ospite dei nostri fondali, tutt’altro che indesiderato.

www.puntacampanella.org

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