martedì 28 giugno 2011

Caldoro davanti ai pm: «Spetta ai sindaci aprire discariche, non a me»

Fonte: Titti Beneduce da il Riformista

Due ore di fonte ai pm per chiarire i motivi delle sue scelte e difendersi dalle accuse di omissione di atti d’ufficio ed epidemia colposa che, la Procura gli muove, per la permanenza dei rifiuti nelle strade di Napoli. Stefano Caldoro è arrivato nell’ufficio del pm Francesco Curcio alle 13.30: con sé molti documenti sui flussi dei rifiuti e sugli accordi tra enti locali e governo. Ad accompagnarlo c’era il suo difensore, l’avvocato Alfonso Furgiuele. Per due ore, dunque, il presidente della Regione ha risposto alle domande del sostituto Curcio e dell’aggiunto Francesco Greco; ad una parte dell’interrogatorio – avvenuto, secondo l’avvocato Furgiuele, «in un clima molto disteso e nella logica della collaborazione con i pm» – ha assistito anche il procuratore, Giovandomenico Lepore. Il presidente della Regione ha spiegato che, nell’inviare fuori provincia la spazzatura napoletana, si è attenuto all’accordo stipulato il 4 gennaio scorso tra gli enti locali e il governo. «Caldoro – ha sottolineato Furgiuele – non poteva disporre il trasferimento di tutta la spazzatura napoletana negli impianti delle altre Province. In quel modo, infatti, si sarebbe risolto il problema nel capoluogo, ma lo si sarebbe creato altrove».


Per la precisione, ha spiegato Caldoro ai pm, in base all’accordo del 4 gennaio che prevede la solidarietà da parte delle altre province a quella di Napoli, vengono scaricate circa 900 tonnellate giornaliere di rifiuti presso gli impianti STIR di Piano-dardine (Av), Casalduni (Bn), S.M. Capua Vetere (Ce) e Battipaglia (Sa). Dal 1 gennaio al 31 maggio sono state dunque portate dalla provincia di Napoli all’impianto irpino 20.000 tonnellate, a quello sammaritano 50.000, altre 20.000 a quello sannita e 1000 tonnellate in provincia di Salerno. Caldoro ha anche ribadito ai pm che la competenza ad aprire nuove discariche è dei sindaci e non del presidente della Regione. Ulteriori documenti saranno consegnati in Procura nei prossimi giorni. Pesanti accuse al governatore sono state però rivolte dal sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca: «La sua posizione – afferma de Luca – è intollerabile ed ingiustificabile. Per i poteri che la legge gli attribuisce, egli è il principale responsabile della situazione che si è venuta a determinare a Napoli ed in Campania. La Regione non ha approvato i criteri-guida per l’individuazione da parte delle Province dei siti da destinare a discarica né ha nominato commissari straordinari per individuare nuove siti. È chiaro, quindi, che la responsabilità per le discariche non aperte è restata in capo all’organo titolare della nomina, cioè in capo a Caldoro». Sempre ieri mattina è stato sentito in Procura come persona informata dei fatti il vicesindaco, Tommaso Sodano. A convocarlo erano stati i pm Federico Bisceglia e Maurizio De Marco che, con il coordinamento dell’aggiunto Aldo De Chiara, indagano sul ciclo dei rifiuti. A Sodano sono state fatte domande soprattutto sulla mancata realizzazione di alcuni impianti, prevista invece dall’accordo tra enti locali e governo. I magistrati gli hanno anche chiesto come l’amministrazione comunale intenda risolvere per il futuro il problema immondizia, posto che si ripropone di non aprire discariche e di non costruire l’inceneritore. Intanto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha ridimensionato l’allarme lanciato dagli esperti: «Dal punto di vista della salute e delle malattie non ci sono realmente rischi. Questo però – ha precisato il ministro – non vuol dire minimizzare l’importanza del problema rifiuti, che va risolto al più presto. Parlare di epidemie però è un’altra cosa: non c’è il rischio di colera e salmonellosi, che derivano da batteri eliminati con le deiezioni, mentre in questo caso parliamo di rifiuti organici, sacchetti o scatole di plastica». Per Fazio ci può essere il rischio legato alla presenza di topi e blatte, che «occasionalmente possono causare gastroenteriti o salmonelle minori, ma questi – ha aggiunto – non sono problemi di tipo epidemico». Quanto alla diossina che si sprigiona a seguito dei roghi di immondizia, «è dimostrato – ha detto il ministro – che questa non è causa diretta della formazione di tumori». Mentre, sul fronte dei problemi respiratori il cui aumento tra i bambini napoletani è stato denunciato dai pediatri, ha detto il ministro, «va precisato che non si parla di un aumento del 10-20 per cento, ma del due per cento».

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