venerdì 24 giugno 2011

De Magistris “a rischio la salute della gente c’è chi specula sulla monnezza ma alla fine vincerò la battaglia”

Fonte: Giustino Fabrizio da la Repubblica

Sindaco de Magistris, se potesse tornare indietro ripeterebbe la frase “Pulirò Napoli in cinque giorni” o ha imparato che sotto il vulcano è meglio non esporsi? «Siamo onesti: quel piano, che derivava da un accordo verbale con prefettura, Provincia e Regione, avrebbe ripulito la città non in cinque, ma in quattro giorni. Me ne presi uno in più per prudenza. Se poi un sindaco, quello di Caivano, si mette contro la legge e promuove la rivolta… Non poteva farlo, e il Tar gli ha infatti dato torto». Ora la città è sommersa dai rifiuti. Come si esce da questa crisi? «Quello che temo di più è il rischio sanitario. Bisogna raccogliere la spazzatura senza interruzione, 24 ore su 24, e avere un sito dove scaricarla. Il Comune fa la sua parte fino in fondo, tutte le nostre risorse economiche e umane sono impiegate nella battaglia dei rifiuti. Ma chiediamo al prefetto di garantire la scorta armata ai mezzi di raccolta con polizia e carabinieri, perché i vigili urbani non bastano. E chiediamo un sito, sia esso Caivano o un altro».


Questo è il piano per tamponare l’ennesima emergenza. In attesa della prossima? «Ecco, questo è il punto. Ereditiamo 15 anni di disastri. Ma non vogliamo restare schiacciati dall’emergenza. La mia prima delibera è stata una rivoluzione ambientale, con l’estensione della differenziata, con le isole ecologiche, con la riduzione a monte dei rifiuti. Però se non togliamo queste2300 tonnellate che giacciono per strada, non possiamo partire con il ciclo ordinario». A proposito di annunci, pensa sia stato realistico promettere il settanta percento di raccolta differenziata entro fine anno? Ora Napoli è sotto il venti percento e la differenziata, soprattutto quella “porta a porta”, ha un costo elevato. Dove prenderete i soldi? «I conti del Comune sono disastrosi. Ma i soldi per la differenziata li abbiamo trovati, grazie anche al presidente della Regione Caldoro abbiamo sbloccato dieci milioni di euro immediatamente spendibili. Oggi vedo il ministro Prestigiacomo per ulteriori finanziamenti. Dobbiamo solo partire» Sembra più facile che il Napoli vinca scudetto e Champions piuttosto che la differenziata arrivi al 70 per cento. Perché correre di nuovo il rischio di una promessa difficile da mantenere? «Questa è una città che ha bisogno di messaggi di grande speranza. Dopo la nostra delibera sulla differenziata siamo stati sommersi da migliaia di mail entusiaste dei cittadini. Sono ultra pronti per la differenziata. E per le isole ecologiche. E per la riduzione della plastica e degli imballaggi». Ma la realtà è che intanto Berlusconi non ha ancora approvato il decreto per trasportare i rifiuti fuori regione. Perché? «Diversi ambienti vogliono che Napoli resti sotto la spazzatura. Mi sembra evidente guardando quel che il governo non ha fatto. Perché? O vogliono la vera e propria emergenza per specularci sopra politicamente, o rispondono ad altri interessi poco leciti. Un ciclo corretto dei rifiuti porta occupazione, risparmio, soluzione del problema. A qualcuno non piace». Alla Lega Nord? «La Lega c’entra fino a un certo punto. Se il governo approva il decreto, la spazzatura di Napoli va nelle regioni del Centro e del Sud, che si sono già dichiarate disponibili ad accettarla, non in quelle del Nord». Pensa che la Regione e la Provincia abbiano fatto tutto quanto era in loro potere?
«Io sono sindaco da due settimane e ho registrato la loro leale collaborazione. Però hanno tardato a prendere decisioni. In Campania ci sono siti già attrezzati per ricevere centomila tonnellate, non capisco perché chiedano di portare la spazzatura fuori regione e respingano l’idea di portarla semplicemente fuori provincia. Naturalmente ora ci aspettiamo che questi siti vengano utilizzati» E se ancora una volta la situazione non si sbloccasse? «Adotteremo misure per garantirci l’autosufficienza. Non posso dire quali, ma assicuro che non avranno impatto negativo né sulla salute dei cittadini né sull’ambiente. Dobbiamo prevedere siti provvisori per non più di 72 ore che sono però fondamentali perché il ciclo dei rifiuti non s’interrompa al primo stuzzicadenti nell’ingranaggio. E poi Napoli deve attrezzarsi a trattenere per qualche mese la spazzatura in luoghi lontani dagli abitati. Meglio lì che per le vie del centro». Le stesse vie dove i cittadini esasperati rovesciano i cumuli di rifiuti e/o li incendiano. Lei dice che c’è una regia? «Guardi, del vivere tra i rifiuti sono esasperato anch’io e comprendo benissimo il disagio dei miei concittadini. Ma i napoletani non sono così stupidi da appiccare i roghi che sprigionano pericolosissima diossina e trasformano i rifiuti normali in rifiuti speciali, allungando i tempi di raccolta. Soprattutto non scendono in strada incappucciati alle 6 del mattino quando c’è il cambio del turno di vigilanza. C’è chi in questi anni ha lucrato su assegnazioni di lavori, trasporti e disorganizzazione sistematica. Con il ciclo dei rifiuti che abbiamo impostato così come richiesto dall’Europa, tutto questo sparisce». In quanti giorni? «Ah no, numeri non ne do più. Però a un messaggio di ottimismo e di fiducia non rinuncio. Dico che vinceremo la battaglia. Abbiamo la volontà e la determinazione di andare fino in fondo. E non arretreremo di fronte a nulla».

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