sabato 27 agosto 2011

Legambiente presenta il conto dell'estate

Legambiente: «Ecco la Campania delle Libertà: libertà di inquinare, di cementificare, di incendiare e di sfrecciare senza regole nel golfo» Tutti i dati del partito delle libertà in azione nell'estate 2011

È stata un'estate all'insegna del partito delle libertà. La Campania delle libertà ha dominato nell'estate 2011. La libertà di inquinare le acque, di continuare a costruire abusivamente, di incendiare nei parchi nazionali e quella di sfrecciare senza regole nel golfo di Napoli. Legambiente presenta il bilancio di un estate in Campania che evidenzia un segno meno per il mare, il territorio e l'ambiente. Per quanto riguarda la libertà di inquinare i dati del viaggio di Goletta verde si commentano da soli: in Campania 19 punti critici di 17 fortemente inquinati, alla media di un punto critico ogni 24 km di costa, con 15 foci ad allarme rosso, un dato che conferma che nonostante l’indiscutibile bellezza dei nostri litorale, la Campania si distingue a livello nazionale per presenza di scarichi illegali o impianti non a norma o mal gestiti. Per quanto concerne la libertà di cementificare le coste, in Campania è bastato che durante la discussione per la manovra si ipotizzava l'ennesimo condono edilizio che si sono messe in moto le betoniere. Cemento illegale in azione in Costiera amalfitana e sull'isole. Nuove realizzazioni, ampliamenti, interventi nei resort e negli alberghi. Solo nel mese di agosto sono stati individuati dalle forze dell'ordine in tutta la regione oltre 100 cantieri abusivi che continuano ad alimentare un business che viaggia nella nostra regione alla media di 16 costruzioni abusive al giorno.


La terza libertà che ha colpito la Campania riguarda quella di incendiare con le fiamme che hanno colpito in particolar modo i Parchi Nazionali del Vesuvio e del Cilento. La Campania è la seconda regione in Italia per numero di incendi e superficie colpita secondo i dati del Corpo Forestale datati al 10 agosto con 389 incendi e circa 1000 ettari bruciati. Dati che andranno a peggiorare visto che solo negli ultimi giorni solo sul Vesuvio le fiamme hanno distrutto ben 14 ettari di bosco. Dietro le fiamme speculatori e criminali dove il 70% degli incendi sono di origine dolosa per interessi loschi ed affari illegali: basta pensare che costa 2000 euro il rimboschimento di un ettaro bruciato. Accanto a inquinamento da scarichi non depurati e cemento legale e illegale, i tradizionali nemici del mare campano, la minaccia top di quest'estate è costituita dagli «Schumacher del mare» che hanno sfrecciato senza regole e disciplina nelle acque del Golfo di Napoli causando morti e feriti. Dall'inizio dell'estate sono state già 99 le infrazioni accertate solo dalla Capitaneria di Porto di Salerno. Un trend che sicuramente porterà a superare il dato del 010 quando in Campania furono sono ben 321 le infrazioni accertate, quasi 80 al mesi se si pensa che si concentrano soprattutto nei 4 mesi estivi. «Scarichi fognari illegali, cementificazione selvaggia delle coste, incendi e indisciplina e arroganza sono state ancora una volta i principali nemici del mare campano per quest'estate che sta terminando - dichiara Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania -. La Campania ha un patrimonio inestimabile di bellezze naturalistiche, di tipicità, di mare pulito che ha bisogno di essere tutelato dall'aggressione dei pirati. Serve un green new deal per la tutela delle coste e per il rilancio dell’economia turistica della nostra regione, puntando su interventi seri ed efficaci sulla depurazione e migliorare un sistema fognario inadeguato a fronteggiare i picchi turistici estivi. Per non aggravare una situazione già complicata si abbandonino anche progetti insensati come la svendita ai privati delle spiagge con pericolosi diritti di superficie, ma soprattutto basta con le ricorrenti proposte di condono edilizio, che costituiscono solo una seria ipoteca per la tutela dell’ecosistema marino e costiero, alla base del turismo di qualità, sempre più importante per il Pil del nostra Regione».

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