venerdì 25 novembre 2011

Allarme bomba prima del consiglio, tensione e caos

Meta - «Correte, c’è un pacco-bomba davanti al Comune di Meta». La telefonata anonima è arrivata al commissario di Sorrento nel tardo pomeriggio di ieri, mezz’ora prima dell’inizio del consiglio comunale. Pochi secondi, durante i quali una voce maschile ha segnalato agli agenti la presenza di un ordigno nei pressi della nuova sede comunale di via Tommaso Astarita. Sul posto si sono precipitati i carabinieri della stazione di Piano di Sorrento, diretti dal maresciallo Daniele De Marini e coordinati dal capitano Leonardo Colasuonno, e gli agenti della polizia municipale, agli ordini del capitano Rocco Borrelli. Le forze dell’ordine hanno effettuato immediatamente tutti gli accertamenti del caso, senza però rinvenire alcun pacco sospetto. Sull’episodio, comunque, sono subito scattate le indagini. Stando alle prime ricostruzioni, l’allarme-bomba potrebbe essere legato all’approvazione del nuovo regolamento per la gestione degli alloggi di edilizia pubblica. Il provvedimento infatti, porterà all’esclusione di alcuni assegnatari che non soddisfano i requisiti indicati dall’amministrazione comunale. E che di conseguenza, saranno costretti a trovare una nuova sistemazione. L’autore della telefonata anonima, quindi, potrebbe essere un assegnatario per il quale è in arrivo il provvedimento di revoca. Nonostante l’allarme, comunque, la seduta del consiglio comunale si è svolta regolarmente. E tanto è bastato per scatenare le polemiche tra maggioranza e opposizione. In apertura di seduta, il consigliere Antonino Russo ha chiesto al sindaco Paolo Trapani chi potesse certificare la sicurezza del municipio e del quartiere. La struttura, infatti, è ubicata in una zona densamente abitata, dove sono insediati anche diversi esercizi commerciali. Secca la risposta dell’assessore Giuseppe Tito: «Non c’è alcun pericolo, i paurosi restino fuori dall’aula consiliare». Non è la prima volta che Meta viene scossa da un allarme-bomba. Ad agosto 2010, decine di ordigni artigianali vennero rinvenuti lungo la spiaggia di Alimuri, dopo una serie di telefonate anonime a polizia e carabinieri. L’autore del folle gesto, un 40enne affetto da problemi psichici, fu arrestato e condannato nel giro di poche settimane. Ma l’episodio di ieri sera non sarebbe riconducibile all’azione di un mitomane; piuttosto, a un tentativo, appunto, di bloccare la seduta (Fonte: Ciriaco M. Viggiano da il Mattino)

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