martedì 29 novembre 2011

Filippo Patroni Griffi e Marco Rossi Doria altri due napoletani nel governo Monti

Pronto, sottosegretario? «Ma cosa? E' ufficiale, è uscito sulle agenzie?». Il Consiglio dei ministri, sono le 21.20, è appena terminato e filtrano alla spicciolata al telefono i primi nomi: Marco Rossi-Doria è sottosegretario all'Istruzione. Lui, il maestro di strada, il figlio del grande economista agrario l’antifascista Manlio, rimane, anche se era nell'aria, un attimo interdetto: «Ah, chiamami tra venti minuti, se non prendo al volo il treno non ce la faccio a essere a Roma domattina per il giuramento». Clic. Rossi-Doria è nato a Napoli nel 1954, appena un anno prima, sempre all’ombra del Vesuvio, dell’altro esponente del governo tecnico Monti: Filippo Patroni Griffi, presidente di sezione del Consiglio di Stato, nominato ministro della Funzione pubblica con deleghe alla Semplificazione. Diciottesima poltrona caldeggiata ieri mattina dal Quirinale che, in un colloquio con il premier, aveva rappresentato la necessità di un responsabile per questo dicastero. E Patroni Griffi andrà a insediarsi a capo di una macchina che conosce bene visto che è stato responsabile di gabinetto con Renato Brunetta. Diversi, diversissimi, i percorsi e le personalità dei due nuovi esponenti di governo. Patroni Griffi ha percorso tutti i gradini della magistratura amministrativa. Figlio di magistrato, si laurea con lode alla Federico II ed è giudice ordinario e poi referendario al Tar e segretario generale dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Poi il magistrato collabora con governi di centrodestra e centrosinistra. È capo dell’ufficio legislativo della Funzione pubblica con i ministri Cassese, Frattini, Motzo, Bassanini e capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio nel Governo Prodi. In mezzo il lavoro di capo di gabinetto del ministro per le riforme istituzionali Giuliano Amato che ieri sera dirà: «Sono contento della scelta. È una buona scelta tecnicamente, ma anche come naso... è napoletano quindi il naso è buono». Patroni Griffi si divide tra Roma e la casa di famiglia in via Andrea d’Isernia, a Chiaia. Mentre predilige Sant’Agata dei due Golfi come suo buen retiro. «Persona determinata sin da giovane», commenta l’avvocato Francesco Barra Caracciolo, suo compagno di corso alla Federico II. Diverso, invece, il curriculum di Rossi-Doria, maestro elementare dal 1975. Attualmente lavora per la Provincia autonoma di Trento per progetti a favore dei ragazzi in difficoltà, chiamato dal presidente Lorenzo Dellai. Ma dell’istruzione ai ragazzi a rischio, degli adolescenti drop-out, Rossi-Doria se ne è sempre occupato. Insegnando nel Sud-Est asiatico appena laureato, poi il ritorno a Napoli e la nascita, assieme a Cesare Moreno, del progetto Chance. Modulo innovativo che permette, tra mille difficoltà, a centinaia di ragazzi, in tre scuole della città, di terminare le scuole dell’obbligo. Dura otto anni il progetto, poi nel 2006 Rossi-Doria decide di candidarsi a sindaco di Napoli. Sembra avere il vento in poppa ma a vincere sarà la Iervolino e lui non riuscirà nemmeno ad essere eletto consigliere comunale. La sua avventura però, per certi versi, è simile a quella di de Magistris anche se cinque anni fa i tempi non erano maturi. Poi Rossi-Doria s’avvicina al Pd e siede oggi nell’assemblea nazionale dei democratici. «La sua nomina è un bel segnale per questa città», commenta il segretario regionale pd Amendola. (Fonte: Il Mattino)

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