mercoledì 23 novembre 2011

Vecchioni: «Rinuncio a tre anni di lavoro faremo grandi cose e ci metto la faccia»

Fonte: Pietro Treccagnoli da il Mattino

Non ci sta al gioco al massacro, Roberto Vecchioni. Agli sgambetti preventivi, al teatrino della politica. Lui, da autentico uomo di spettacolo, sa che il teatro è una cosa seria. Le indiscrezioni sui compensi per il Forum delle Culture, del quale è stato nominato presidente della Fondazione dal sindaco Luigi de Magistris, e le prime polemiche possono essere messe nel conto, ma non sono un buon viatico per un lavoro duro e lungo. «Comunque, le cifre non sono queste» chiarisce senza mezzi termini. Facciamo un po’ di chiarezza, professore. Qual è il suo compenso? «Non è stato ancora stabilito. Sarà deciso da una cabina di regia». Allora come sono venuti fuori i 220mila euro all’anno? «E stata una prima richiesta. Ma sono disposto a valutare tutte le proposte. Quando sarà stabilito lo saprete tutti, ufficialmente. Sarà tutto trasparente. Io sono una persona seria, non sono come chi va a raccontare le discussioni in cda come decisioni già prese». Insomma, cominciamo bene. «Quello che mi dispiace è proprio questa leggerezza di diffondere i ragionamenti di un consiglio, che dovrebbero essere riservati, spacciando, tra l’altro, per vere cose false». Ma la cifra diffusa si avvicina a quella discussa? «Più o meno. Guardi che io rinuncio a tre anni di lavoro. Ho già cancellato la tourné invernale e sarò a Napoli ogni giorno fino a tutto il 2013. Il Forum non è una festicciola di quartiere, non sono nozze da fare con i fichi secchi. Richiede un impegno quotidiano. E io voglio fare qualcosa di gigantesco».


Be’, con i tempi di vacche magre che stiamo vivendo, queste ambizioni costose si attirano un po’ di contestazioni?
«Ma a Napoli bisogna pensare in grande. Avrei potuto prendere solo la cifra del vecchio presidente, venire qualche volta a Napoli e continuare a fare la mia vita. Metterci la faccia e incassare. Ma non è da me». Scomponendo il compenso, 150 mila euro… «… lordi…». Certo, 150mila dei 220mila euro sarebbero per i diritti d’immagine e per i collaboratori. «E’ così. Non sono soldi che entrano nelle mie tasche. Per lavorare bene c’è bisogno di una squadra fidata, persone con le quali interagire e consultare continuamente. Esistono dei costi per l’impegno e per l’immagine». Avete discusso anche dl altro, degli eventi, per esempio? «Era il primo incontro ufficiale. Serviva a definire le linee generali. Come ho già detto, nel Forum lavoreranno molti giovani, migranti, volontari. Ma ci saranno pure grandi artisti, scrittori, musicisti. Voglio una città sempre aperta, con eventi che la coinvolgano dalla mattina a notte fonda. E questo richiede una costanza, una presenza, un impegno che riguarda me e altri. E che ha un costo». Questa faccenda dei compensi sa di sgambetto preventivo? «Può essere, vedremo. Ma io non mi arrendo facilmente. Per fortuna nel cda ci sono belle persone e magnifiche professionalità. Purtroppo, c’è anche chi spara numeri sapendo di colpire l’immaginazione della gente. Ma si stancherà presto».

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