lunedì 20 febbraio 2012

Dal Sud con le donne ricostruiamo l'Italia

Si è conclusa sabato 18 febbraio, presso la Stazione Marittima di Napoli, la due giorni promossa delle donne del Partito Democratico, dal titolo “Dal Sud con le donne Ricostruiamo l’Italia”. Quattro i gruppi di lavoro previsti, tra questi anche “Noi e la democrazia”, presieduto da Valeria Valente, portavoce democratiche Campania, con l’intervento conclusivo di Maurizio Migliavacca, coordinatore Segreteria nazionale PD. Folta la presenza da Vico Equense, circa 40 donne, oltre a quelle provenienti da Massa Lubrense, Sorrento, Gragnano, Pimonte e Piano di Sorrento. Tra queste: imprenditrici, direttrici didattiche, insegnanti, medici, operaie e casalinghe.

Di seguito alcune riflessioni e proposte emerse nel gruppo di lavoro


La presenza delle donne nelle Istituzioni a tutti i livelli e nei partiti politici è ancora decisamente non soddisfacente, con una criticità maggiore al Sud. E se il Pd riesce rispetto agli altri partiti a conseguire risultati più apprezzabili, quando ci spostiamo al Sud ed in Campania, i risultati sono ancora decisamente modesti. La prima riflessione largamente condivisa è che il problema, dunque, debba essere spostato su un terreno squisitamente politico e culturale, prima ancora che sulla legge elettorale che di per se non risolve la questione. Molte hanno sottolineato che questa oggi, oltre ad essere una giusta e imprescindibile questione di democrazia, rappresenta la più grande opportunità per una vera riforma e un profondo rinnovamento dei partiti e dell'intero sistema politico. Alle donne spetta il compito di esercitare una nuova e ritrovata soggettività femminile recuperando autonomia, libertà, audacia.


Insomma rifiutando pratiche facili di omologazione e di cooptazione ricostruendo una propria forza e la capacità cosi di agire. Il compito che spetta invece al gruppo dirigente del partito nella sua interezza è essenzialmente garantire il rispetto delle regole che ci siamo dati nel momento della nostra fondazione. E' necessario prevedere sanzioni e li dove ci sono già, soprattutto, applicarle. L'esempio dei ricorsi fatte dalle donne della Campania e dalle donne della Puglia rispetto ad alcune giunte, anche di nostri sindaci, ci deve far riflettere sulla nostra incapacità di applicare le norme interne, che pur esistono. Siamo state costrette a ricorrere ai TAR . Abbiamo vinto: le giunte prima interamente maschili sono state costrette a inserire delle donne. Siamo convinte che questo risultato potrà aiutarci a dissuadere altri sindaci a fare scelte di questo tipo, ma siamo altrettanto convinte che arrivare a soluzioni del genere rappresenti la sconfitta della politica. Insomma noi, come pure diceva ieri Maurizio Migliavacca, concludendo il nostro gruppo di lavoro, vogliamo più partito e non meno partito, un partito però partecipato, radicato sui territori, aperto moderno Per questo siamo intenzionate a rinnovarlo e metterci dentro le nostre energie e le nostre battaglie, perché siamo convinte che se riusciremo su questo terreno, certo le donne avranno registrato una vittoria, ma sarà tutto il partito, il nostro partito, ad aver fatto complessivamente un passo in avanti. Questo sarà di sicuro anche un partito in grado di saper scegliere con criteri e metodi nuovi le proprie classi dirigenti, che oltre a recuperare autonomia dal circuito istituzionale, dovranno essere scelte in base a merito, competenza, limpidezza e capacità di rappresentare al meglio la proposta politica del partito sui territori, rinnovando e recuperando così anche le distorsioni delle modalità con cui talvolta, purtroppo, si costruisce il consenso, specie nel Mezzogiorno. Se riusciremo su questo ambizioso ma possibile processo di rinnovamento allora anche il problema del deficit di rappresentanza nelle istituzioni potrà essere affrontato con maggiore efficacia e maggiore probabilità di ottenere il risultato. In questo quadro è evidente che qualsiasi sia il sistema elettorale per i diversi livelli, lo strumento della preferenza unica è uno strumento che crediamo faccia male alla buona politica e di sicuro penalizza le donne. Fa male alla buona politica perché in alcuni territori, specie al sud, contribuisce a costruire un partito che diviene la somma dei principali raccoglitori di consenso appannandone la proposta politica, non favorendo, anche per questo, la partecipazione delle donne alle competizioni. Con questo sistema infatti si aumentano fino a livelli insostenibili, specie per le donne, la competitività tra i singoli e i costi delle campagne elettorali. Li dove dunque è prevista la preferenza unica (nei comuni e in molti consigli regionali) la nostra proposta è quella, per altro già presentata dalle nostre deputate e senatrici, di adottare il sistema della doppia preferenza di genere. Rispetto poi alla proposta di modifica della legge elettorale per il parlamento sappiamo che partiamo da una buona base, che è la nostra proposta ufficialmente depositata ai lavori parlamentari, in cui il PD ha previsto la presenza del 50% delle donne nelle liste dei collegi e nella quota proporzionale. E infine sulle primarie un'ultima considerazione. Tutte condividiamo che siano uno strumento utile che in ogni caso va rivisto e registrato e meglio disciplinato, meglio se con una legge. Regole più chiare preventive e trasparenti. Vanno bene sicuramente per le cariche monocratiche. Una riflessione ulteriore sarebbe necessaria per la selezione dei componenti delle assemblee elettive in modo particolare per gli organismi di direzione interni al partito. In ogni caso non possono e non devono mai rappresentare strumenti di battaglia o di rese dei conti interne al partito e nemmeno l'abdicazione della funzione politica di una classe dirigente, chiamata sempre a esercitare la sua funzione salvaguardando le scelte che premino merito, competenze, trasparenza, la maggiore coesione possibile interna e soprattutto la qualità della proposta politica e la sua credibilità.

Valeria Valente – coordinatrice regionale Donne PD
Assunta Tartaglione – coordinatrice regionale Donne PD
Amalia Durazzo – Carolina di Palma – coordinamento PD Donne Campania

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