domenica 24 giugno 2012

Congresso Pd rebus sulla data il caso Cuomo in commissione

Come capita sempre più spesso, anche per il congresso provinciale il Pd prova a farsi male da solo. Il termine per le candidature è scaduto ma non è affatto scontato che i candidati in campo oggi lo siano pure il 14 e 15 luglio. Anzi, non è scontato nemmeno che il congresso si faccia nelle date stabilite perché i conti (ovvero le candidature) non tornano. La commissione per il congresso ha acceso una prima lampadina e ha detto sì alle candidature di Gino Cimmino e Livio Falcone. Enzo Cuomo, il terzo incomodo, è stato accettato con riserva. La commissione vuole approfondire la questione perchè, statuto alla mano, il sindaco di Portici non è candidabile: guida una città con oltre cinquantamila abitanti e le regole del Pd impediscono a un iscritto impegnato nell’amministrazione di un centro medio-grande di concorrere alla segreteria del partito. Per Cuomo il congresso è un fatto politico che non può essere ingabbiato da uno statuto. Ma al di là delle regole, il motivo per cui anche quest’appuntamento di luglio è diventato un caso è un altro, ossia la presenza di troppi candidati. Con Bersani che si appresta alle primarie per la leadership, i vertici romani vorrebbero un partito meno diviso e più concentrato sulla partita del segretario. Insomma, Roma chiede una prova di unità che tre candidati in campo non garantiscono. Da qui la richiesta, attraverso Maurizio Migliavacca, di cercare un nome unitario ed evitare l’ennesima conta. Si discute. Si tratta. C’è da parte della componente dei popolari la disponibilità a ritirare Cuomo, magari proponendolo come presidente. Ma è una soluzione non gradita da tutti, soprattutto per una questione di metodo. Si lavora per sciogliere la matassa e mentre si tratta Roma prega che Napoli non sia ancora una volta una pecora nera. (Fonte: Il Mattino)

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