sabato 30 giugno 2012

Napoli in pagina? Si ma due stabiesi sul podio Tonino Scala e Stefania Menduni


Si è tenuta nella serata di ieri la premiazione di “Napoli in pagina” il premio letterario alla sua seconda edizione. Nello splendido scenario di Al blu di Prussia in via Filangieri palazzo Mannajuolo la serata conclusiva del premio diventato oramai un appuntamento per la Napoli letteraria. La giuria presieduta dal famoso giornalista Mimmo Liguoro ha dovuto lavorare non poco per giungere alla terna finalista. Il premio “Napoli in pagina” è un premio indipendente che mira a premiare il testo che meglio descrive la città di Napoli, fuori dai giochi editoriali premia, a dire degli stessi giurati, il merito. Vengono esaminati tutti i libri pubblicati nel 2011 e 2012 ambientati a Napoli al di là della casa editrice, l’unico elemento per partecipare al premio è stare sugli scaffali delle librerie e parlare della città di Napoli. La giuria presieduta dal giornalista Rai Mimmo Liguoro composta da professionisti del settore tra i quali Pietro Treccagnoli, Pietro Gargano e la dott. Annella Prisco ha scelto dopo mesi di lettura una terna formata dal libro edito dalla casa editrice Cento autori “Buona Fine e…buon principio”di Tonino Scala; Il prodigio del sistro edito dalla casa editrice Franco di Mauro di Stefania Menduni de Rossi; Cannocchiale e grandangolo edito da Colonnose della famosa scrittrice poetessa Dora Celeste Amato. Napoli in Pagina? Si ma due stabiesi sul podio Tonino Scala e Stefania Menduni de Rossi, classificandosi rispettivamente al terzo e al secondo posto. A vincere Dora Celeste Amato con Cannocchiale e grandangolo. Il premio di Napoli in pagina collima con il progetto voluto dai proprietari del salotto culturale al centro della città: Al Blu di Prussia. L’idea e il progetto di restituire alla città un luogo d’arte, dal passato così celebre, si deve alla caparbietà della famiglia Mannajuolo, proprietaria dei locali, e in particolare di Giuseppe Mannajuolo, nipote di quel Guido che ha reso, dal dopoguerra in poi, il suo spazio espositivo un vero e proprio punto di riferimento della cultura figurativa napoletana. L’ambizione di Giuseppe è di ricreare, proprio a due passi dal luogo in cui nacque tanti anni prima la galleria dello zio, quell’atmosfera e quel movimento culturale che fece di Napoli un vero crocevia di artisti famosi e non, locali o internazionali, e fare del nuovo Al Blu di Prussia uno spazio moderno poli-funzionale che si possa prestare a ospitare eventi non solo d’arte ma eventi addirittura interscambiabili tra loro. Al Blu di Prussia è il premio Napoli in pagina e viceversa. Con questo premio si pongono le basi per costruire un progetto ambizioso di cui Napoli ha bisogno.

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