sabato 25 agosto 2012

Quali argini all’illegalità in Penisola Sorrentina

di Stefania Astarita, Coordinamento Partito Democratico della Penisola Sorrentina

Da tempo si discute in penisola di legalità e della necessità di alzare forti argini contro il dilagare della criminalità, che sta assumendo forme sempre più violente nel nostro territorio. I due gravissimi episodi di spaccio di droga alla spiaggia di Meta, tra fine luglio e a ridosso di ferragosto, e la notizia raccapricciante dell’agguato a Marina di Equa, sono solo alcuni significativi esempi che testimoniano di un fatto allarmante: la penisola sorrentina è ormai interessata dal fenomeno criminale, evidentemente perché, da un lato, non esiste un sufficiente controllo del territorio da parte degli organi preposti, dall‘altro, la tenuta delle istituzioni locali è alquanto debole e non rappresenta un reale baluardo all‘illegalità. Si registra, infatti, spesso una certa “opacità“ delle amministrazioni locali, disponibili a pratiche che presentano zone d’ombra nelle procedure, e risultano, in alcuni casi, tali da aprire letteralmente le porte, in maniera più o meno consapevole, a gruppi di interessi estranei al tessuto economico e sociale locale, talvolta riconducibili addirittura a pezzi della criminalità organizzata, ben felici di fare business in penisola. Lo dimostra la vicenda boxlandia, finita nel mirino della Procura. Ben venga allora un tavolo dei sindaci per concordare un piano di sicurezza a tutela dei cittadini. Ma intanto interroghiamoci anche seriamente sulle ragioni che possono aver determinato l’attuale degrado. Le responsabilità esistono e sono da ricercare sia nel progressivo cedimento delle istituzioni a logiche non sempre cristalline, né orientate all’interesse collettivo, sia nell‘assenza di una cultura diffusa della legalità . Sarebbe molto importante, allora, che i sindaci garantissero innanzitutto la correttezza e la trasparenza all‘interno delle proprie amministrazioni, prima di chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, necessario ma certo non sufficiente a combattere un male che, se fa notizia nelle sue forme più clamorose, come quelle citate in apertura, ha, in realtà, radici profonde.


Insomma, l‘illegalità si deve combattere quotidianamente, e servono progetti per la legalità nelle scuole di ogni ordine e grado, per insegnare le regole del vivere civile alle future generazioni. Non basta una task force. Di questo innanzitutto bisogna prendere atto. Nessun piano sicurezza potrà arginare il problema, senza una necessaria assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali e un’azione di sensibilizzazione capillare sui temi della legalità nel nostro territorio. Tutte le forze politiche e sociali devono sentirsi impegnate in questa direzione, perchè si tratta di una battaglia da vincere insieme, nell‘interesse generale. Noi del PD stiamo facendo la nostra parte e, alla fine del mese, la sen. Luisa Bossa della Commissione Antimafia riferirà anche in Parlamento dei gravissimi fatti accaduti a Vico Equense. Il circolo vicano del Partito Democratico, intanto, ha chiesto al sindaco una seduta di Consiglio Comunale aperta all‘ intera cittadinanza affinchè emerga forte da parte dell’intera amministrazione comunale di Vico Equense una opposizione inequivocabile verso questa pericolosissima contaminazione criminale del nostro territorio con l’individuazione di chiare iniziative di prevenzione e contrasto verso questi episodi inediti per la nostra città.

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