sabato 29 settembre 2012

"Comunità Papa Giovanni XXIII": La soluzione c’è e noi la proponiamo

Il carcere in Italia –dice Giorgio Napolitano – “non fa onore al nostro paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le Istituzioni Europee”

Il carcere in Italia –dice Giorgio Napolitano – “non fa onore al nostro paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le Istituzioni Europee”. Lo stesso Napolitano auspica che le proposte possano incidere “sulle cause strutturali della degenerazione delle carceri”. Come presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII aggiungo che non solo non ci fa onore, ma l’effetto di questo sistema è degradante e contribuisce a rendere la nostra società sempre più violenta e ingiusta. Basta pensare agli oltre 60 bambini di età inferiore ai sei anni in carcere. E’ proprio da queste creature che bisogna iniziare a ripensare al sistema carcere. E’ necessario un provvedimento urgente affinchè nessun bambino viva in carcere per poter stare con la propria mamma. Al tavolo del presidente del DAP Giovanni Tamburino c’è da mesi la nostra proposta: tutte le mamme con i bambini le inseriamo presso le nostre case famiglia. Ecco una soluzione immediata possibile e risolutiva. Abbiamo anche proposto sia in commissione Europea che al ministro della Giustizia il progetto CEC (Comunità educante con i Carcerati): attualmente circa 300 persone condannate sono inserite presso le nostre strutture per seguire un percorso educativo. Mentre la recidiva del carcere è del 75%, in queste strutture si abbassa al 10%. Con investimenti adeguati e riforme legislative semplici possiamo davvero affermare che la soluzione al problema carcere c’è!Nello stato del Minas Gerais, In Brasile hanno abbassato la recidiva dall’80% al 10% e dimezzato la spesa del sistema carcere con soluzioni simili alle nostre attraverso il metodo APAC! Noi riteniamo ipocrita fare interventi di clemenza se non sono anticipati da riforme strutturali. Noi siamo aperti al confronto. Dobbiamo infatti passare da una giustizia vendicativa ad una giustizia educativa. Si può fare, si deve fare e questo è il momento giusto!

Il Responsabile Generale

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