martedì 11 settembre 2012

Via all'anno scolastico 5000 prof assenti per forza

Il paradosso: gravi ritardi dell'amministrazione scolastica, non ancora predisposti neppure i calendari per assegnare le supplenze

Fonte: Bianca De Fazio da La Repubblica Napoli


Cinquemila professori assenti. Assenti per forza. Per colpe non loro. Per i ritardi dell’amministrazione della scuola. Che non ha neppure ancora predisposto e pubblicati i calendari per assegnare le supplenze annuali. La scuola inizia ufficialmente il 13 settembre, in Campania, ma molte scuole hanno già aperto i battenti, decidendo autonomamente di avviare le lezioni con qualche giorno di anticipo. Scuole aperte, ma con migliaia di cattedre scoperte, in tutta la regione. «Secondo una stima ottimistica - afferma Giuseppe Vassallo, segretario regionale della Flc-Cgil - saranno almeno 5 mila gli insegnanti che mancheranno all’appuntamento con la prima campanella. La nostra scuola, insomma, inizia nel solito caos, al quale si aggiunge il caos delle novità introdotte quest’anno dal Ministero». Come quella che ha negato a tutte le scuole cosiddette sottodimensionate (quelle che contano meno di 600 alunni) il dirigente scolastico e il direttore amministrativo. Sono oltre 260 in Campania, e tutt’ora la metà sono senza vertici, con il preside ed il direttore non ancora nominati (e quando sono stati nominati lavorano comunque a scartamento ridotto, dovendosi occupare di più di una scuola). «E siamo dinanzi alla follia - racconta Vassallo - di dirigenti che avranno una scuola in una provincia e una in un’altra. Una a Caserta e una a Benevento, o ad Avellino».


Nelle prossime ore il direttore scolastico regionale, Diego Bouché, incontra i sindacati proprio per affrontare questo problema. «Ne va della qualità delle scuole» afferma Vassallo. «Ma anche dei diritti delle persone». I diritti delle migliaia di docenti, ad esempio, che un posto in cattedra lo hanno avuto negli anni scorsi, e probabilmente anche quest’anno, ma non si sa quando. E nel frattempo non guadagnano. E poi ci sono i diritti degli studenti ad avere un prof sin dal primo giorno. Un miraggio. E visto che sono almeno 5.000 i docenti che giocoforza mancano all’appello, negli istituti scolastici le lezioni non possono essere organizzate su tutto l’orario. Le uscite anticipate, l’orario ridotto, dureranno per settimane, dunque, non potendo garantire la copertura di tutte le ore di lezione. Neppure pagando gli straordinari ai docenti che ci sono, visto che le scuole i soldi per gli straordinari praticamente non li hanno e comunque devono fare economia in vista dei prossimi mesi. La mancanza di presidi e direttori amministrativi, nelle scuole che conservano l’autonomia ma sono decapitate, ha ricadute negative anche sui contratti per i neoimmessi in ruolo o per il personale amministrativo che, momentaneamente riconfermato, non può espletare la pratica burocratica indispensabile a regolarizzare la sua posizione. «Siamo dinanzi a ritardi eccessivi - aggiunge Vassallo - e che non possono essere tollerati oltre. Solo per quanto riguarda le immissioni in ruolo si sta procedendo con una certa velocità ed a fronte dei 2.600 docenti che in Campania devono firmare il contratto a tempo indeterminato (in parte dalla graduatoria ad esaurimento, in parte dai vincitori di concorso) possiamo stimare che le operazioni siano per due terzi andate in porto». Non mancano solo gli insegnanti delle discipline curriculari. Mancano, in gran numero, gli insegnanti di sostegno. Mancano perché anche nel loro caso le nomine procedono con colpevoli ritardi. Ma mancano anche, denuncia l’associazione “Tuttiascuola” (che si occupa dei diritti degli alunni disabili e delle loro famiglie), perché «gli organici di sostegno sono cristallizzati alla Finanziaria del 2009 e concorrono a raggiungere l’obiettivo di contenimento della spesa, pur in presenza di un incremento annuo di circa 6.500 alunni». I disabili aumentano, insomma, i loro docenti no. E talvolta i disabili diminuiscono addirittura. Non perché guariscano, ma per la farraginosità delle pratiche che le famiglie devono sostenere per ottenere il sostegno a scuola. «Le nuove diagnosi - spiega Toni Nocchetti, presidente di “Tuttiascuola” - vengono effettuate da commissioni spesso prive di medici e le certificazioni dei policlinici universitari e/o dei centri di alta specializzazione non vengono assolutamente prese in considerazione. Ed ecco, allora, la “guarigione miracolosa” di migliaia di bambini che, pur rimanendo disabili ai sensi della legge 104, non lo sono più per la scuola», venendo meno, per loro, il diritto all’insegnante di sostegno.

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