domenica 28 aprile 2013

Crolla il Pil della Penisola la ripresa soltanto nel 2016

Prodotto interno lordo legato per il 90% al turismo: persi 51 milioni di euro, la metà a Sorrento

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Sorrento - Il Pil della penisola sorrentina continua a crollare. Senza sosta. Il dato del 2012, addirittura, è uguale a quello del 1998. Ma le prospettive inducono ad avere un po’ di fiducia. Secondo le previsioni, fra tre anni ci sarà una crescita - sul 2012 - di 36 milioni di euro con un “riposizionamento” dei numeri sul valore dell’anno 2004. Per uscire dal baratro e dare un calcio alla crisi, serve unione. Dagli imprenditori alle amministrazioni comunali, passando per le associazioni di categoria e la classe dirigente. E’ l’analisi che spunta dal dossier dell’Osservatorio banche imprese, “svelato” ieri mattina a Sorrento, nella conferenza stampa convocata al Museo Correale. A presentare i dati c’era innanzitutto il top manager bancario di Sorrento, Gaetano Mastellone, vicepresidente nazionale dell’Obi, affiancato da Antonio Corvino, direttore generale dell’Osservatorio. Presenti anche il direttore de “Il Denaro”, Alfonso Ruffo, e Domenico Menniti, amministratore delegato di “Harmont & Blaine”. La crisi si avverte anche in costiera. E non era un mistero. Ma le cifre sono da brividi. Soprattutto pensando alla fatto che dell’economia locale le attività turistiche hanno oramai raggiunto il 90% del valore del Pil totale. Stando al rapporto messo a punto dall’Obi, i sei Comuni della penisola– Massa Lubrense, Sorrento, Sant’Agnello, Piano, Meta e Vico Equense – hanno perso in totale 51 milioni di euro di Pil valore aggiunto. E la città del Tasso ne ha bruciato quasi la metà, ovvero 24 milioni.

Certo, le previsioni sono buone. Ma il momento rimane delicato. Le prospettive al 2016 – quindi in quattro anni – sono in tendenza abbastanza positive. Ci sarà una crescita, lieve, dei numeri: l’intero comparto della penisola dovrebbe in teoria recuperare, sull’anno 2012, oltre 72 milioni di euro. E Sorrento ritroverebbe il 50%, cioè 36 milioni. Eppure, è il presente ad inquietare imprenditori, lavoratori e amministratori. Sorrento, nel 2012, ha perso 6% di Pil sull’anno 2011. Analizzando i dati degli ultimi otto anni, il crollo è di 39 milioni lasciati sul campo e mai recuperati. Nel complesso, per la costiera, nel 2012, il valore aggiunto Pil diminuisce di 24 milioni di euro. Vicepresidente nazionale dell’Obi e sorrentino doc, Mastellone parla chiaro: “Sorrento e la penisola, nell’ambito dell’economia turistica della Campania, occupano in termini di arrivi e presenze una posizione di assoluta leadership, di contro i dati del Pil valore aggiunto registrano sofferenze. Il successo del territorio peninsulare, a mio parere, è da ricondurre a cinque fattori d’importanza strategica: il brand Sorrento, le bellezze della costa, la qualità delle strutture alberghiere, la capacità di fare accoglienza qualitativa da parte degli imprenditori e dei lavoratori addetti, la posizione strategica del territorio al centro di siti storici e culturali. La crisi mondiale e la recessione nazionale hanno colpito pesantemente anche il territorio sorrentino, però queste cause esterne non possono farci spostare l’indice dagli errori commessi da tutto l’apparato peninsulare negli ultimi vent’anni. Occorre un’unità d’intenti fra i vari Comuni. In penisola è evidente la profonda crisi del commercio con fatturati che addirittura diminuiscono di oltre il 50/60% e con una chiusura elevata di attività. Di contro abbiamo un enorme quantitativo di arrivi e presenze che non porta abbastanza ricchezza e benessere. Solo con le quantità non si cresce. Non bastano gli incrementi a due cifre su arrivi e su presenze turistiche quando i fatturati restano fermi o crescono poco, quando la struttura della tassazione e dei costi aziendali elevati aggrediscono le imprese; altro fatto che preoccupa è che la crisi è stata scaricata sull’occupazione. L’atteggiamento delle associazioni di categoria nazionali del turismo, troppo morbido nei confronti di chi governa, è profondamente errato. Per sua fortuna la penisola è ancora un “territorio” con un elevato valore aggiunto nonostante che i dati, negli anni, sono in diminuzione; il territorio però si sta mangiando tutto il grasso accumulato negli ultimi vent’anni. L’economia sorrentina per riprendersi e per riposizionarsi su di un mercato assai fluttuante ed incerto, oltre che sempre più concorrenziale, ha l’assoluta necessità di avere il forte e costante aiuto della località (il paese turistico) che deve supportare, creare e soprattutto saper attrarre”.

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