giovedì 26 settembre 2013

Tasse a rate, rivoluzione anti-crisi

Estesi i termini per chi è in debito con il Comune per il pagamento delle imposte locali

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Vico Equense - Ampliare la possibilità per i contribuenti in debito con il Comune di pagare le tasse comunali e il rilascio di autorizzazioni in sanatoria per il condono edilizio in più rate rispetto a quelle già previste dal regolamento tributario dell’amministrazione. Estendendo in alcuni casi il termine necessario per liquidare le somme da versare all’ente, passando a un massimo di 36 «tranche » mensili rispetto alle 20 previste finora. Perché la crisi continua a «strangolare» le famiglie e arrivare a fine mese con i conti in ordine è diventata un’impresa. Il progetto è stato messo a punto dall’assessore al bilancio Antonio Di Martino ricevendo subito l’ok dalla giunta. Il testo sbarcherà a breve in consiglio comunale per l’ok definitivo: se dovesse arrivare il sì, entrerà subito in vigore. Le modifiche cambiano due «articoli» dell’attuale impianto normativo dell’ente. Prima modifica: rispetto alla versione originale, il testo prevede che il regolamento - oltre a entrate tributarie e patrimoniali – riguardi anche oneri oblativi, concessori e indennità risarcitorie ambientali da riconoscere al Comune. In pratica, anche quelle per il condono edilizio. Più ampia la seconda novità, quella dell’articolo 20 del regolamento, che interviene sulla sospensione e la dilazione dei versamenti. Al momento, l’ente permette la rateizzazione del pagamento delle imposte fino a un termine massimo di 20 mesi. Ora si passa a 36 mesi. Lo schema è preciso.
 
Se l’ammontare del debito del contribuente è inferiore al 5% del reddito lordo, la dilazione massima è prevista in 7 mesi. Le rate sono 13 per i debiti compresi fra il 5 e il 10% mentre le tranche diventano 20 qualora l’esposizione debitoria dovesse rientrare in una fascia compresa fra il 10 e il 20%. Ben 25 rate mensili se il debito è superiore al 20% ed inferiore al 50%. Gli ultimi due casi: 30 rate per chi ha un debito superiore del 50%, 36 – ovvero il tetto massimo – in caso di sforamento della soglia del 100%. Nel caso di mancato pagamento della prima rata o di due rate consecutive, il debitore perde il beneficio e deve provvedere a saldare il debito residuo con il Comune entro 30 giorni dalla scadenza della rata non liquidata. C’è anche l’ipotesi che il contribuente debba presentare all’ente una polizza fideiussoria a copertura della dilazione, ma solo per somme superiori a 15mila euro: il Comune, comunque, può in ogni caso escludere la necessità di presentare la garanzia economica nelle situazioni più gravi. La rata mensile per famiglie e «singoli» contribuenti – ovvero i «soggetti passivi» - dovrà essere superiore a 100 euro ma non supererà mai gli 800 netti, che diventa la soglia minima prevista per chi è titolare di una partita Iva. Ma c’è dell’altro. Per le dilazioni delle attività imprenditoriali, lo schema prenderà in considerazione l’imponibile della persona giuridica. Capitolo a parte merita il condono. Il tetto massimo della dilazione è sempre di 36 mesi, con rate anche bimestrali. Per sfruttare il nuovo regolamento, oltre a produrre una fidejussione, l’interessato dovrà fare richiesta all’ufficio urbanistica del Comune precisando numero e periodicità delle rate impegnandosi a corrispondere la differenza a saldo con le maggiorazioni previste dell’1.5% al tasso legale. Si dovrà pagare un anticipo per fare la richiesta di dilazione.

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