mercoledì 22 gennaio 2014

Nella Terra delle Sirene c’è chi dice no al cemento

Fonte: buonenotizie.corriere.it di Fabrizio Geremicca 

In penisola sorrentina agrumeti ed uliveti cedono il posto agli stalli per auto. Le imprese impegnate nell’affare sono una decina. I progetti non di rado coinvolgono assessori e dirigenti comunali in forza alle stesse amministrazioni che rilasciano i permessi. La norma che impone al costruttore di ripiantumare, ultimato il progetto, lo stesso numero e tipo di alberi che erano stati espiantati ad inizio lavori, è sistematicamente disattesa. Va avanti così da anni: sono stati ormai costruiti migliaia di garage interrati. Li si vendeva, fino a prima della crisi, a decine di migliaia di euro ciascuno. Oggi spesso restano senza acquirenti. Il che, però, non ferma i cantieri. Se ne annunciano già di nuovi a Vico Equense, a Piano di Sorrento ed a Massa Lubrense, dove un progetto prevede di realizzare garage sotto lo storico fondo del Gesù, citato nel Notturno di Gabriele D’Annunzio. - Raccontata così, questa notizia sarebbe tutt’altro che buona. Una puntata, l’ennesima, del sacco del territorio iniziato negli anni sessanta del secolo scorso con la cementificazione selvaggia dell’abusivismo edilizio e proseguito con opere assurde, come il viadotto – ecomostro concepito quale strada al servizio del costruendo depuratore di Punta Gradelle nel comune di Vico Equense. - La novità, positiva, è che da qualche tempo un gruppo di persone ha deciso di dire basta. Si sono coordinate insieme ed hanno avviato una battaglia senza quartiere contro i predoni del territorio. E’ nato un movimento: stop boxlandia. Sono state promosse iniziative per sensibilizzare chi vive in quelle zone o le frequenta per turismo. Sono stati presentati esposti e denunce, grazie anche alla collaborazione di avvocati sensibili alla tutela della penisola sorrentina.
 
- Sono stati ottenuti alcuni risultati: il fermo dei lavori in vico III Rota a Sorrento; la revoca dell’autorizzazione concessa dal comune di Piano a Lap immobiliare per il parcheggio interrato nell’agrumeto che appartenne alla famiglia di Achille Lauro; la richiesta alle amministrazioni comunali, da parte della Procura di Torre Annunziata, della documentazione di tutti i box auto interrati realizzati od autorizzati fino al 2012. Da ultimo, a settembre dell’anno scorso, una sentenza del consiglio di stato, in accoglimento del ricorso della Soprintendenza contro un pronunciamento del tar Campania, ha ribadito la prevalenza dei vincoli del piano urbanistico territoriale sulla normativa regionale in materia di garage sotterranei. “La battaglia per la difesa della penisola sorrentina dal cemento non è certo vinta”, commenta Claudio d’Esposito, referente del Wwf in costiera, “ma certamente sarà meno ardua dopo questo pronunciamento”. Proprio lui, che di professione disegna soggetti per i cartoni animati e per il cinema di animazione a Milano, è diventato il simbolo stesso della rivolta contro la devastazione del territorio della costiera, dove è nato e dove cerca di stare quanto più gli è possibile.. Fu d’Esposito a coniare il termine boxlandia. E’ lui, da anni, che denuncia instancabile progetti demenziali. Per esempio: la distruzione di 1700 metri quadrati di uno storico aranceto, a Piano di Sorrento, per far posto ad un maxi distributore di carburante; la cementificazione di sentieri naturali ad uso e consumo delle auto;i troppi cantieri abusivi che ancora spuntano all’improvviso. Un don Chisciotte, oggi meno isolato che in passato. Una bella notizia, appunto.

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