giovedì 25 settembre 2014

Città Metropolitana, D'Amelio: "Anche il Pd contro le donne, liste sbagliate"

Fonte: Roberto Fuccillo da La Repubblica Napoli

«Io non sono nata con la fissazione delle quote rosa, all'inizio ero anche contraria, poi ho capito che se non si fanno leggi in merito, le donne restano inesorabilmente a casa ». Rosetta D'Amelio è consigliere regionale del Pd, ex assessore, ma soprattutto è la protagonista del ricorso che costrinse la giunta Caldoro a rinunciare all'assessore maschio Vito Amendolara perché la Corte costituzionale giudicò squilibrata la composizione della compagine di Caldoro. Sono passati tre anni e D'Amelio si ritrova il problema della rappresentanza di genere, tutto intero, nelle candidature per la Città metropolitana di Napoli: solo 12 donne su 92 candidati. «È grave, non c'è che dire. L'esperienza della Regione ci dice che la legge elettorale ha funzionato. L'obbligo di alternanza di genere fra i votati ha fatto sì che oggi abbiamo un'assemblea fra le più ricche di donne mai registrate ». Che percentuale? «Circa il 14 per cento. E so che potrebbe sembrare ancora poco. Ma l'esito del voto dice che almeno l'elettore tende a sfruttare questa opportunità. Se invece decidono i partiti, rimaniamo sotto zero». È stato applicato, specie nel suo partito, un argomento strutturale: fra i consiglieri che possono essere eletti, le donne sono circa il 10 per cento, oltre questa quota non si può andare neanche nella formazione delle liste. «Che vuol dire? Tu intanto le donne che hai prendile e candidale. A Napoli bisogna eleggere 24 consiglieri, possibile che non ci siano dieci donne da mettere in lista?»

Invece il Pd ne ha 3, Forza Italia si è spinta fino a 5. «Io vedo che continuano a prevalere logiche maschiliste e di non apertura. Nel mio partito ho la controprova anche ad Avellino, dove pure si dovevano fare le liste per la nuova Provincia: su 12 candidati, solo 3 donne. Va meglio che a Napoli, la percentuale è del 30 per cento, ma resta una domanda: a che pro fare norme come quella del 50 per cento sui candidati alle primarie, se poi alla prima occasione ci si scorda di essere il partito che su questo argomento tanto si spende? » E se poi ogni volta ci si basa sul dato preesistente, l'equilibrio non si raggiungerà mai... «Aggiungo che non ritengo proprio utile continuare a piazzare uomini. La società dice cose diverse, ad esempio che le donne si laureano di più, e non aspetta i tempi dei partiti maschilisti ».

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