martedì 30 settembre 2014

Orlando detta la linea: primarie

Fonte: Ottavio Lucarelli da La Repubblica 

Arriva e detta la linea mentre da Roma trapela che, se continua la rissa nel Pd campano, sarà lui, Andrea Orlando, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Arriva in mattinata il ministro della Giustizia alla "Fonderia delle idee". Sale sul palco e avverte tutti: «No a candidati ipertrofici. No a modelli autoreferenziali che hanno caratterizzato la stagione politica alle nostre spalle. Prima il progetto. Prima un patto per la Campania, poi le candidature alle primarie. Chiunque vinca, i cittadini sapranno che sarà l'interprete di un progetto di tutti, del partito e della Campania civica». Orlando arriva e detta la linea non solo ai trentenni e quarantenni riuniti per tre giorni a Città della Scienza, ma a tutta la classe dirigente locale del Partito democratico. Il ministro della Giustizia parla nella mattinata che chiude la kermesse e parla, soprattutto, il giorno successivo alla scaramuccia vissuta sabato sera alla "Fonderia" tra il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l'eurodeputato Pina Picierno, entrambi papabili per le primarie. Diecimila contatti tra Internet e Facebook, 2700 durante la diretta streaming, duemila persone arrivate a Coroglio tra cui 800 ai tavoli tematici e 124 sul palco. L'intervento di Orlando è il più atteso. Nei giorni scorsi sono sfilati i ministri Dario Franceschini e Maurizio Martina e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ma le parole di Orlando hanno in questo caso un peso specifico maggiore.
 
Alla "Fonderia" lo sanno tutti, lo mormorano tutti. Due giorni fa a Roma il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini e il presidente del Pd Matteo Orfini hanno parlato del caso Campania definendo una linea unitaria tra renziani e giovani turchi: se i candidati alle primarie accetteranno il patto annunciato ieri mattina da Orlando saranno i cittadini campani a scegliere. Altrimenti, niente primarie: deciderà la segreteria nazionale e al momento in pole position c'è proprio Andrea Orlando. Anzi, il suo è l'unico nome che secondo il Pd nazionale può mettere d'accordo tutte le correnti in Campania. Per una ragione molto semplice. Non solo perché è il ministro della Giustizia ma anche perché è stato per oltre un anno commissario del Pd dopo i disastri del 2011 alle primarie di Napoli e, dunque, secondo Roma è lui l'uomo giusto. Orlando, ovviamente, non ne parla. Ma traccia il percorso dal palco della "Fonderia": «Prima un progetto sul quale chiamare un arco di forze e di soggetti sociali più largo del semplice perimetro del Pd e del centrosinistra, poi la scelta di un candidato che sappia far vivere questo progetto ». Il guardasigilli traccia una sola strada possibile: «In questi anni abbiamo sempre messo sul tavolo le candidature. C'è però una seconda, più complicata, ma è l'unica percorribile in Campania nelle attuali condizioni: mettere in campo prima un progetto e dopo le candidature. Credo che la drammatica crisi della Campania dal punto di vista economico e sociale, e anche le difficoltà che stanno alle spalle del centrosinistra, consiglino questa strada». «Il rischio che vedo in Campania — ha aggiunto Orlando — è che tutto si esaurisca in una competizione di blocchi di consensi e che non si voglia invece legare le elezioni a una dimensione progettuale più forte trovando un filo conduttore di tutte le candidature. Chiunque vinca, i cittadini devono sapere che sarà interprete di un progetto che è di tutti». Una strada che per il ministro passa comunque per le primarie: «È un argomento che riguarda i gruppi dirigenti della Campania e non mi permetto di entrarci, ma certamente le primarie sono un elemento caratterizzante del Pd. Non ci si può però limitare a un'interpretazione formale di statuti e regolamenti. C'è un problema di come si sostanziano questi percorsi, di come si fanno vivere: un conto è dire ai cittadini questi sono i nostri nomi, prendere o lasciare, un conto è dire facciamo un patto. Cediamo un po' della nostra sovranità e, in cambio, vi chiediamo di impegnarvi e partecipare per superare anche modelli autoreferenziali che hanno caratterizzato la stagione politica alle nostre spalle».

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