martedì 31 marzo 2015

Intervista a Massimo D`Alema: «Non sono indagato ma il mio caso è diverso da Lupi»

L'ex premier: «Non guido ministeri né do appalti. Sono un cittadino qualsiasi» 

Fonte: Gabriele Bojano da Il Corriere del Mezzogiorno 

Stavolta le «iene dattilografe», cioè i giornalisti nella sua famosa e sprezzante definizione, le affronta a viso aperto. E da «cittadino qualsiasi in pensione», come si considera oggi, Massimo D'Alema dice di sentirsi «offeso e indignato» per «una forma di persecuzione contro una persona che non ha fatto nulla e non ha alcuna responsabilità pubblica». Per venire a Salerno, per prendere parte all'incontro-dibattito su Sud, fondi europei e rilancio della Campania, promosso da Federico Conte, in corsa per la candidatura alla Regione con il Pd, e moderato da Paolo Franchi con Massimo Paolucci, Giuseppe Provenzano e Umberto del Basso de Caro, l'ex premier ha scansato la direzione nazionale del Pd ma non le domande sull'inchiesta della Procura di Napoli che ha portato all'arresto, tra gli altri, del sindaco di Ischia, e in cui è stato tirato in ballo attraverso alcune intercettazioni. Presidente D'Alema, come ha saputo del suo coinvolgimento nell'inchiesta? «Dalle agenzie di stampa. Sono offeso e indignato per essere stato chiamato m causa m una vicenda m cui sono del tutto estraneo. Tra l'altro non sono indiziato di nessun reato e vorrei essere lasciato in pace. La giustìzia non può avere come fine quello di sputtanare le persone ma la ricerca dei responsabili dei reati».
 
Però ci sono delle intercettazioni molto imbarazzanti in cui dirigenti della Cpl Concordia parlano di lei e della compravendita di vini e di libri. «Ne risponderanno in prima persona. Quest'indagine dura da diversi anni, se io avessi compiuto dei reati e visto che queste persone sono state sentite dai magistrati credo proprio che avrei ricevuto un avviso di garanzia. Se nessuno ha ritenuto di dovermi indagare, allora vuoi dire che non sono sospettato di aver compiuto alcun illecito. A meno che non mi vogliate indagare voi». D'Alema come Lupi, allora? Coinvolto ma non indagato? «Ho la massima solidarietà personale nei confronti di Lupi ma i due casi non sono paragonabili. Lui era ministro dei lavori pubblici e lì ci sono vincoli comportamentali che derivano dalla carica. Ricevere un regalo può essere visto come una cosa sgradevole, al di là del fatto che sia o meno un reato. Io non sono ministro, non do appalti. Sono un cittadino qualsiasi in pensione». Conosce il sindaco di Ischia? «L'ho incontrato una sola volta in occasione di una manifestazione per le Europee. Ma vorrei capire cosa c'entra la mia famiglia che produce vino, tra l'altro ottimo, con la domanda ben superiore all'offerta, con la metanizzazione di cui si occupa l'inchiesta. Dov'è il reato?». Lei è a Salerno, inevitabile la domanda su De Luca candidato governatore. Era la soluzione migliore in campo? «Dovete chiederlo alla segreteria nazionale del Pd, io trovo impensabile che si consenta a De Luca di candidarsi e dopo si protesti perché ha vinto. Andava contestato prima, se era contestabile. Ora decidono i cittadini». La legge Severino va cambiata? «È una legge opportuna, non credo che nessuno abbia voglia di cambiarla. Chi la sta cambiando nei fatti sono i magistrati perché di fronte alle impugnative danno sempre ragione a chi la impugna. È un problema che riguarda la magistratura».

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