mercoledì 26 agosto 2015

La Regione rilanci le strade ferrate

di Bruno Montella da La Repubblica Napoli 

Non far funzionare il trasporto pubblico locale in Campania - ricco di sistemi ferroviari quali Cumana, CircumFlegrea, Circumvesuviana, linee metropolitane. Metro Campania Nordest, linee regionali di Trenitalia - è un enorme dispendio economico per la collettività. Una mancata utilizzazione di risorse infrastrutturali e di know-how che non possiamo permetterci. Poiché spostarsi è una necessità alla quale non si può rinunciare, basti pensare agli spostamenti per andare a lavoro, l'unica alternativa che rimane al trasporto pubblico locale (Tpl) è l'uso dell'auto privata, che comporta però costi maggiori per l'utente e una serie di problemi connessi, dall'occupazione di spazio all'inquinamento. Rinunciare, quindi, giusto a quei sistemi di trasporto collettivo più potenzialmente affidabili quali dovrebbero e potrebbero essere le ferrovie è davvero strano. Naturalmente il trasporto pubblico può essere reso più efficiente (risparmio nei costi) e più efficace per le esigenze dell'utente; per esempio coordinando gomma (gli autobus) e ferro (i treni), integrandoli in una rete, che renda "migliore" l'offerta di trasporto per i cittadini. Indiscutibilmente, tuttavia, il trasporto su ferro resta la struttura portante della comunicazione. A Parigi, a Londra, m tutte le grandi aree metropolitane del mondo, ci si muove prevalentemente con la metropolitana e le linee ferroviarie locali: perché Napoli dovrebbe fare eccezione?
 
Le nostre linee su ferro, peraltro, collegano con alcuni dei più importanti siti turistici della Campania: Pompei, Ercolano, Sorrento, Campi Flegrei, Caserta, Paestum, solo per voler citare i più noti. I soldi spesi per potenziare il trasporto pubblico collettivo possono essere una manna dal cielo sia per i residenti che per i turisti. Ovviamente a patto che vengano impiegati oculatamente, massimizzando l'efficacia di ogni euro speso/investito. Come agire per ottenere che il tutto funzioni nel miglior modo possibile? Gli interventi sono molti e tra di loro coordinati e lo spazio e il tempo per trattarli qui è assolutamente inadeguato. Si può lavorare tipicamente sui due fronti; soddisfa re le aspettative dell'utente (sicurezza, frequenze, orari, integrazione delle reti, confort eccetera) e impiegare al meglio le risorse disponibili migliorando l'efficienza della spesa. Gli investimenti fatti sui sistemi su ferro nel secolo scorso e negli anni duemila equivalgono alla stragrande maggioranza della spesa . Il resto serve per la gestione, il personale, la manutenzione, i consumi eccetera. I tagli non sono una obiezione logica. Poiché possediamo un sistema su ferro che è costato molti soldi alla collettività, farlo funzionare poco e male è uno spreco difficile da digerire. Bisogna che il sistema funzioni garantendo agli utenti gli standard di sicurezza, di regolarità, di frequenza e di comfort che oggi sono normali m qualunque realtà metropolitana dei Paesi avanzati. Se lo Stato, nelle sue diverse ramificazioni, ha effettuato ed effettua investimenti nel trasporto pubblico e poi non ne finanzia la gestione, non si giustifica l'investimento fatto che vede un ritorno economico per la collettività solo se il sistema funziona e, congruentemente, al meglio delle ipotesi di progetto che lo hanno giustificato. Una valutazione rigorosa della tariffazione (anche del biglietto unico parzialmente soppresso dalla precedente Regione), con i correttivi suggeriti dall'esperienza degli anni scorsi va fatta per rendere, ancora una volta, il trasporto collettivo economicamente competitivo con quello privato. Se era poco redditizia bisogna rivederne i parametri e renderla vantaggiosa sia per gli utenti che per le aziende. Vedere un treno in fiamme vuoi dire che sono saltate tutte le precedenti considerazioni a partire dalla sicurezza. La nuova Regione deve mette re tra le sue priorità il finanziamento e l'efficientamento del trasporto pubblico locale, dalle funicolari alle metropolitane ai treni regionali e locali, perché ciò arreca enormi benefici alla collettività e consente un risparmio economico agli utenti, che ne vedrebbero, come detto, una valida alternativa all'uso della più costosa ed inquinante auto privata.

L'autore è docente di Progettazione dei sistemi di trasporto alla Federìco II

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