giovedì 26 novembre 2015

Con Maria chiediamo gioia e pace per il mondo

di P. Gian Franco Scarpitta 

Vico Equense - Si scrive Dicembre, si legge Buone Feste. Il prossimo mese sarà caratterizzato da una ventata di gioia interiore e di entusiasmo favoriti dai preparativi del presepe, degli addobbi natalizi, dell’allestimento delle vetrine a festa nei negozi che saranno un fulgore di luci e di colori e dai pro-grammi dei viaggi e dei regali da scartare. Tutto questo non può che rincuorarci, perché come si suol dire “anche l’occhio vuole la sua parte” e l’esteriorità, purchè non abbia l’esclusiva e il sopravvento sullo spirito, aiuta all’accrescimento della contentezza interiore e ci predispone meglio alla vera Festa, quella dell’Incarnazione di Dio che in un Bambino entra nella storia. Ma ad introdurci maggiormente alle festività natalizie è la solennità di Maria Immacolata, che di esse ci offre una caparra ricca ed eloquente. Maria, Madre di Gesù che ha accolto deliberatamente il progetto di Dio su di sé mostrando consapevolezza e decisione rispondendo alle parole dell’Angelo (“Eccomi sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola”), accresce in noi la predisposizione al Natale, ci rincuora nella fiducia e nella speranzosa attesa della Festa ed esalta in noi la malcelata aspirazione ad innalzare lo spirito.
 
La celebrazione di Maria concepita senza peccato (Immacolata) ci sprona maggiormente al Natale e ci motiva alla gioia. Cosa si respira a partire dalla celebrazione dell’Immacolata Concezione se non un accresciuto senso di ansiosa attesa della nascita del Dio Bambino? L’alba del 26 novembre ha salutato la Vergine Immacolata con il suono delle campane a festa che nella chiesa di San Vito annunciavano la celebrazione solenne di inizio della Dodicina a Maria Immacolata. Rispettando e valorizzando la tradizione antica del popolo della località antistante e di al-tre provenienze, la Madonna ha radunato tantissima gente alle ore 5,00 che, pigiata fra i banchi della chiesa suddetta, ha onorato la Vergine con il canto dello Stellario e con la celebrazione solenne dell’Eucarestia. Maria Immacolata, la cui rappresentazione monumentale è stata collocata sull’apposito baldacchino, a sua volta ha mostrato vivo amore di riconoscenza nei confronti del po-polo a lei devoto, visto che nonostante il sonno dell’orario antelucano in tantissimi volti si leggevano tratti di contentezza e di grande soddisfazione. E ha avuto così inizio l’ascesa verso la gioia del Natale, che dal giorno 29 in poi vedrà protagoniste anche tutte le altre chiese del mondo cattolico (e anche non cattolico). Un’ascesa che fra poco sarà ulteriormente connotata dal tempo di Avvento, il cui significato (Adventus) a partire dalla fine del IV secolo indica il “venire di Dio nella carne”, quindi l’attesa della venuta liturgica di Gesù. Con l’arrivo del Signore che Maria ci sta prefigurando, ci aspettiamo anche l’arrivo della pace e della serenità che sono state sottratte al mondo dei nostri giorni dai macabri avvenimenti di cronaca che ben sappiamo. Il mondo aspira alla sicurezza, all’incolumità e alla pacificazione fra singoli e popoli, che solamente la valorizzazione dei diritti altrui e il rispetto delle altrui differenze e delle altrui convinzioni culturali possono garantire. Non potremo mai apprezzare il dono divino della gioia del Verbo fatto Carne fin quando si recalcitrerà opponendo ad esso una logica del tutto avversa di morte e di dispersione. Il vero obiettivo da raggiungere è il buonsenso e la capacità di raziocinio che prevalgano sull’istintività e sul fanatismo; la rettitudine di coscienza che non soccomba alle posizioni personali o alla volontà di autoaffermazione. L’Avvento comporta anche attesa del nuovo, aspettativa della soluzione dei propri problemi, conseguimento delle proprie mete e compimento delle speranze in ciascuno di noi. E’ attendere e aspettare che qualcosa cambi nella nostra vita ma ancor di più che qualcosa si trasformi in meglio nella nostra convivenza. La venuta del Dio Bambino ci suggerisce l’attesa del “giungere” dei valori e degli ideali che vorremmo vedere incarnati in un clima generale di sospetto e di tensione. Maria Immacolata, che è stata esentata nella sua concezione da ogni lacuna di peccato e ha condotto vita integerrima e irreprensibile fino alla fine, ci insegna l’attualità del Vangelo, il valore della fede, della speranza e della carità in alternativa all’inutilità dell’odio e della violenza e la sua stessa figura ci è di sprone alla scelta coraggiosa dell’amore che ottiene molto più dell’odio e della ritorsione. Chiediamo a Maria che interceda per noi presso il Padre perché l’amore abbia la meglio sul terrore e perché la gioia del Natale alla quale ci predisponiamo sia coronata da adeguati traguardi sperati.

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