mercoledì 25 novembre 2015

L'udienza Processo «Boxlandia», ennesimo rinvio

Sorrento - Tutti si aspettavano la sentenza, l'atto conclusivo di una querelle giudiziaria che si trascina da cinque anni. Invece è arrivato l'ennesimo rinvio. E così bisognerà attendere il 20 gennaio per conoscere la sorte dei quattro imputati nel processo Boxlandia: l'ex assessore all'Ambiente della Provincia di Salemo Adriano Bellacosa, il costruttore Giuseppe Langellotto, Lucio Grande e Dario Perasole, commissari ad acta che diedero l'ok alla costruzione di 252 box auto in vico III Rota a Sorrento. Ieri mattina era attesa l'arringa difensiva di Giuseppe Vitiello, avvocato di Grande. Il legale, però ha presentato un certificato medico che ha spinto i giudici d Torre Annunziata a disporre il rinvio. La stessa circostanza si era verificata durante la penultima udienza, quando a dichiararsi infortunato era stato Liborio Di Nola, difensore di Perasole. Insomma, dopo cinque anni e venti udienze la conclusione del processo Boxlandia slitta ancora. E di questo non possono certo essere contenti i Vas e il Wwf, costituitisi parte civile all'indomani del rinvio a giudizio dei quattro imputati di falso ideologico e abuso d'ufficio: «Ma un primo risultato l'abbiamo ottenuto sottolinea Claudio d'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno - if permesso di costruire è scaduto, ragion per cui il parcheggio interrato non si farà e l'agrumeto non sarà sventrato». Nel frattempo avanza un altro progetto: la famiglia di Giovanni Antonetti, compianto consigliere comunale tra i primi a scagliarsi contro la costruzione dell'autorimessa, è pronta ad acquistare il suolo. Per centrare questo obiettivo è nato persino un gruppo su Facebook, battezzato «Dal parcheggio di vico Rota al parco Giò Antonetti». A spiegare il senso dell'iniziativa è Renato, fratello del consigliere scomparso qualche annota: «Vogliamo fare di quest'area un parco pubblico aperto a bambini, anziani e fasce deboli della società, per i quali Giò si è sempre battuto. E a lui lo intitoleremo per ricordare alle generazioni future che la tutela dell'ambiente è un dovere di tutti». (Fonte: c.m.v. da Il Mattino) 

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