lunedì 18 luglio 2016

«Basta vitalizi alle famiglie dei politici defunti»

Fonte: car.gu. da Metropolis

Regione Campania - Con la legge regionale 38 del 2012 i consiglieri regionali hanno perso uno dei privilegi più contestati dai cittadini, vale a dire l'assegno vitalizio. In particolare, nel corso dell'era Caldoro, fu stabilito che «ai consiglieri regionali in carica nella IX legislatura o cessati dal mandato entro la IX legislatura continuano ad applicarsi le disposizioni della legge regionale 13/1996» e che «sono fatti salvi i relativi trattamenti in erogazione». Ma, per il consigliere regionale di maggioranza Francesco Emilio Borrelli, questo provvedimento ancora non è sufficiente a rispondere alle richieste di riduzione dei costi della politica che arrivano da più parti. Così l'esponente dei Verdi ha presentato una proposta di legge per abolire la reversibilità delle pensioni spettanti agli ex consiglieri regionali. In particolare, attualmente la Regione Campania sostiene un costo di circa un milione e settecento mila euro per pagare le pensioni di reversibilità ai familiari di consiglieri defunti. Troppo, dal punto di vista dell'esponente della maggioranza targata De Luca. «Purtroppo le pensioni che spettano ai consiglieri regionali delle passate legislatura non possono essere revocate perché sono diritti acquisiti e ogni tentativo di eliminarle sarebbe bocciato dalla Corte costituzionale, ma sulle pensioni di reversibilità c'è la possibilità di intervenire».
 
Dagli ambienti dell'opposizione in molti storcono il naso parlando di populismo. «Anche la reversibilità è un diritto acquisito, così come le pensioni», dice tra i denti qualcuno. L'assegno di reversibilità è concesso in caso di decesso di ex consigliere già titolare dell'assegno vitalizio. Quest'ultimo spettava ai consiglieri regionali cessati dal mandato che avessero compiuto 60 anni di età e che avessero corrisposto il contributo per un periodo di almeno cinque anni di mandato svolto nel Consiglio regionale della Campania. Il coniuge, i figli o affiliati degli ex consiglieri percepiscono la reversibilità. Di fatto, dall'attuale legislatura in poi (come stabilito dalla legge 38) i politici regionali non avranno più diritto al vitalizio, mentre restano i diritti già maturati negli anni precedenti. In questo momento la Regione garantisce il vitalizio ai familiari di 59 ex consiglieri regionali deceduti per un costo che sfiora i due milioni di euro all'anno. Complessivamente la Campania spende circa dieci milioni di euro all'anno per i consiglieri che hanno maturato il diritto al vitalizio. La proposta di legge "Soppressione dell'assegno di reversibilità del vitalizio" vuole intervenire su quel milione e 700 mila euro destinato a coprire i costi della reversibilità. «A partire da questa legislatura non sono previste pensioni per chi finisce il mandato», precisa Borrelli, «se la maggioranza del Consiglio regionale approverà la mia proposta di legge, la Regione eviterà di pagare la pensione anche ai parenti degli ex consiglieri deceduti, a meno che non sia quello l'unico reddito su cui possono contare». L'esponente della maggioranza auspica di «trovare un'ampia intesa tra i consiglieri vista l'esigenza di ridurre i costi della politica avanzata da più parti».

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